Parte, Capoverso
1 pro, 3 | imperio, colle quali già era il nome e fama de' Macedoni
2 1, 1 | che l'usato rilevato. Ivi era Adovardo e Lionardo Alberti,
3 1, 3 | rispuose Adovardo, el quale era di più età che Lionardo: -
4 1, 6 | nella quale se alcuno vizio era, quello già o per paura
5 1, 8 | stati fatti migliori. Ed era lode a' padri render grazia
6 1, 8 | meritata. Però che ivi non era inimistà fra loro, ove gli
7 1, 8 | afaticavano quanto in loro era studio, forza e ingegno,
8 1, 9 | predire quel che agli altri era udendo difficile compreendere,
9 1, 13 | dovunque io gli trovassi, era mio costume lasciare adrieto
10 1, 13 | avea impetrata licenza. Ed era di questa mia osservanza
11 1, 21 | ADOVARDO Or così era. Ogni parola di Lorenzo
12 1, 23 | perché il figliuolo suo non era tornato ancora. Che pensieri
13 1, 26 | chiamato, e riputato quanto era in tutte le cose constantissimo
14 1, 31 | parea intollerabile se chi era nato per morire già fusse
15 1, 31 | vita che non aspetti quanto era dovuta a morte?~
16 1, 36 | arido, per questo a loro era forza ne' suoi bisogni avere
17 1, 36 | costume de' Lacedemoniesi era infiammato di cupidità di
18 1, 38 | que' publici savi, a' quali era officio notare il nascimento
19 1, 38 | da questi prudenti vecchi era commendato, sé essercitavano.
20 1, 38 | deboli e disadatti, non era chi volesse perdervi né
21 1, 43 | dicendo che la solitudine era compagna e coniunta alla
22 1, 43 | rispondere a sé stessi, più era facile consentire all'apetito
23 1, 45 | essercizio tanto che niuno poi era più di lui soave a udirlo,
24 1, 46 | megaro filosofo da natura era inclinato ad essere ubriaco
25 1, 50 | perdere per serbarle. Adunque era meglio venire a vincere
26 1, 51 | perdere quella parte la qual era utile e commoda, come sanza
27 1, 55 | assai vizii. Vedesi chi era prima in larga e libera
28 1, 69 | matematice riputato, quanto era, eruditissimo; messer Niccolaio
29 1, 73 | antichi usavano l'arco, ed era una delicatezza de' signori
30 1, 73 | colla faretra e l'arco, ed era loro scritto a laude bene
31 1, 89 | famiglio dicendo che Ricciardo era là fuori giunto colla barca,
32 1, 89 | ordinare quanto bisognava. Era Ricciardo suocero d'Adovardo,
33 2, 1 | Poiché Adovardo era partito ad onorare Ricciardo,
34 2, 2 | contrastare, così testé era a me gran voluttà assentendogli
35 2, 12 | pubblice e prestantissime a lui era minore che amando vivere
36 2, 14 | confessasti ad Adovardo ch'ella era cosa molto insita e infissa
37 2, 16 | esser verissima, che l'amore era ministro degli iddii dato
38 2, 21 | e' quali per chi a loro era unito di benivolenza e d'
39 2, 26 | grado a farsi ben volere era fuggire il vizio, amare
40 2, 37 | Alberta, a quella dico quale era prima che, ingiuria della
41 2, 40 | luce tenero e debole, a lui era necessario avere a cui governo
42 2, 40 | cose nocive lo difendesse. Era loro nocivo el troppo freddo,
43 2, 40 | custodire e governare lo erede, era non bene atta a cercare
44 2, 40 | non tornando presto quanto era da' suoi espettato. Per
45 2, 40 | del coniugio ne' mortali era necessaria, sì per ampliare
46 2, 40 | vivere umano in lo congiugio era troppo necessaria. Monstrò
47 2, 40 | natura che questa compagnia era non licita averla con più
48 2, 41 | fenissa, poiché 'l suo Enea era da lei amante partito, fra'
49 2, 43 | spesa la quale a un solo era gravissima, a molti insieme
50 2, 49 | usanza a quella si scrive era in Tracia, che le sozze
51 2, 56 | utilissimi, ma pure egli era forse il meglio volere parere
52 2, 58 | macedonico, el cui nome già era apresso tutte le nazioni
53 2, 58 | macedonico giovanetto a cui era simil nome Alessandro: «
54 2, 58 | seguire pari lode, da loro era nel numero degli idii ascritto,
55 2, 62 | ove prima qualche amorbato era giaciuto e perito. Fra pochi
56 2, 62 | qualunque ivi allo spettaculo era in su que' luoghi dimorato,
57 2, 63 | si divide, e dove prima era una sola ben populosa e
58 2, 63 | legno che sia, come prima era, fermo e tegnente. Ma di
59 2, 64 | la sua moglie perché essa era infecunda e sterile. Parsegli
60 2, 65 | quel che loro nell'arme non era licito avere, la carissima
61 2, 80 | cupido di parere quel che non era, e presuntuoso in monstrare
62 2, 81 | conservino. La qual cosa era una delle quattro quali
63 2, 81 | ad altri quello che manco era costato a te. In quel modo
64 2, 82 | sempre di quegli più che uno era aggiunto dalla famiglia
65 2, 87 | masserizia, la quale dissi era delle due l'una a diventar
66 pro, 1 | dalla fortuna. E forse non era da molto maravigliarsi se
67 pro, 1 | tutti in que' tempi certo era in uso. Forse potrebbesi
68 pro, 2 | una, quale perché a tutti era commune, però in quella
69 pro, 3 | Se adunque così era, e tu, Francesco, uomo eruditissimo,
70 3, 1 | riputato, come veramente era, buono, sopragiunse. Venia
71 3, 17 | quante ancora cose a voi era consuetudine fare giovane,
72 3, 18 | E' mi ricorda quando io era giovane, se si faceva, come
73 3, 18 | contenzione tra' miei vecchi e me era questa una, però che io
74 3, 18 | il popolo lodare chi non era Alberto; pareva a ciascuno
75 3, 18 | virile, quale in quelli tempi era il mio, gli sarà troppa
76 3, 18 | io tutto farsi perché io era loro pur troppo caro, e
77 3, 18 | diventato. E in quelli tempi era giovane, spendeva e largheggiava.~
78 3, 48 | della masserizia? Ch'ella era utile. Io non so quelli
79 3, 56 | serbate per gittarle. Non era meglio, stolta vecchierella,
80 3, 88 | detti alle lettere quando io era giovane, e questo venne
81 3, 99 | Benedetto Alberto, come era loro usanza mai ragionare
82 3, 99 | dalle altre faccende a noi era licito, al continuo eravamo
83 3, 99 | Dio. Ma diceva niuna cosa era propria nostra, se non solo
84 3, 99 | piccolo dubio se il tempo era più o meno nostro che l'
85 3, 115| in sua stagione, prima, era facile a fare. E abbiate
86 3, 117| desideravamo, tanto più ci era dolore a noi insieme e danno,
87 3, 282| GIANNOZZO Perché quello che era necessario fare mi giova
88 3, 306| queste cose preziose adunque era consegnato luogo in camera
89 3, 309| perché: prima come ella era modestissima, così mai si
90 3, 311| sempre obedire me, e pertanto era disposta fare ciò che io
91 3, 314| essa da sé in queste tutte era maestra e dotta?~
92 3, 325| bellamente io l'amaestrai. Ivi era il Santo, una ornatissima
93 3, 325| erano d'avorio candidissimo: era pulita, lustrava, posta
94 3, 327| fosse di tanta età quanta era la balia della madre sua.
95 3, 327| sì fatta vicina mia non era due anni nata prima di me,
96 3, 327| ma cagione de' lisci così era rimasta pesta, e tanto parea
97 3, 351| mio, come quella la quale era di pura simplicità e d'ingegno
98 3, 351| madre di famiglia non solo era sufficiente il volere fare
99 3, 369| Monstra'li che l'ordine era necessario, come con l'ordine
100 3, 377| donne sempre dicea che io era e' suoi ornamenti. E io
101 3, 379| GIANNOZZO Ella pure da prima era alquanto timidetta in comandare,
102 3, 379| comandare, come quella ch'era usata ubidire alla madre,
103 3, 381| la moglie sua, la quale era ritrosissima, avesse conteso
104 3, 383| Dipoi ella così facea. Era onestissima, lieta, governava
105 3, 386| Giannozzo come Ricciardo era tutta questa mattina stato
106 3, 386| secreti, e che ora così era rimaso con Lorenzo per essere
107 3, 447| che per gli amici a lui era debito fare tutto, ma per
108 3, 447| come vorrebbe, e quanto era sua usanza fare agli amici
109 3, 447| torna domani». Poi e' non era in casa, o egli era troppo
110 3, 447| non era in casa, o egli era troppo infaccendato, e così
111 3, 449| GIANNOZZO Quanto io, prima era di questo animo, e spesso
112 4, 1 | Era già quasi da riporre gli
113 4, 2 | quanto più mangiava sale più era da ogni parte sciocca. Pertanto
114 4, 4 | sussidio e fortuna familiare era, quando sedavamo in la patria
115 4, 5 | ciascuno ch'ella per merito suo era non poco scorta, grata e
116 4, 7 | spese e liberalità, certo m'era pure incommodo: e non vi
117 4, 8 | divini principii e radici era da udirlo. Sono in le cose
118 4, 8 | mundarli ciò che superfluo era fra' denti suoi rimaso.
119 4, 9 | desiderarli seconda fortuna, tanta era in lui modestia, facilità
120 4, 14 | principe Duca, compresi era necessario adattarmi de'
121 4, 14 | forze a fermo imperio. Ed era suo essercizio in amministrare
122 4, 14 | suoi domestica pace; ed era studio suo contraere publica
123 4, 14 | tutti e' suoi finittimi, né era ozioso in iungere benivolenza
124 4, 14 | a me parea di pregiare, era cupidissimo de' virtuosi
125 4, 14 | molti udiva col principe era assiduo in secreti spesso
126 4, 19 | supremo principe. E già era chi di questa promulgata
127 4, 19 | ivi chiamata Ezitercani, era uscito di vita. Onde el
128 4, 20 | re de' Napolitani, omo ch'era di natura, più alquanto
129 4, 20 | occasione troppo atta concessa. Era Ladislao in quel dì uscito
130 4, 20 | che in un tratto poco gli era luogo coll'animo vacare
131 4, 20 | eccitai il Re a men temere. Era de' cani uno leggiere, destro,
132 4, 20 | nulla cessava infestarla. Era l'altro fermo, robustissimo,
133 4, 20 | prodezza di membra e animo era stato licito superarlo.
134 4, 20 | quel più veloce Tigri, ed era nome all'altro più robusto
135 4, 20 | fere, e quella de' pesci era necessario avere chi le
136 4, 24 | però non sempre quanto m'era licito volsi, e prima con
137 4, 24 | ogni suspizione; ché non era io ignorante quanto in quelle
138 4, 24 | altri non disadatto. Ma come era apresso el Duca a me prima
139 4, 24 | così con Ladislao qui m'era molestia gravissima né ozio,
140 4, 26 | doppo che furono chiesti, era con molta larghezza ito
141 4, 27 | preti commune e notissimo: era cupidissimo del danaio tanto,
142 4, 27 | ogni cosa apresso di lui era da vendere; molti discorreano
143 4, 27 | utile e molto emolumento. Era ancora fra tutti e' suoi
144 4, 27 | questo potea el tutto; domani era costui da tutti escluso;
145 4, 27 | gli domandava cose quale era suo debito dare, se non
146 4, 39 | promulgasse laude e gloria. Ed era in prima sentenza di tutti
147 4, 39 | magistrato rendendo ragione era iustissimo e severissimo.
148 4, 39 | scrive Suetonio, perché era in augurii perito, fu a
149 4, 41 | essercito di colui a cui egli era fuggitivo servo; e dipoi,
150 4, 41 | in publico, dicono, tanta era consuetudine fra la fera
151 4, 41 | conosciuto che per colpa del suo era viziata l'amicizia, in vendicarli
152 4, 41 | sotto que' tetti, dove tanto era vivuta familiare, e dove
153 4, 49 | cupidissima di gloria, era massaro, ruvido, inculto;
154 4, 49 | ruvido, inculto; in Ionia era delicato, vezzoso; in Tracia
155 4, 52 | benivolenze, costui assai era dotto a innovarle e raccenderle
156 4, 68 | io mai vidi, ma sentiva era dotto, buono e studioso
157 4, 68 | esce in vita fuori donde era nell'uovo inchiuso, così
158 4, 82 | contro all'odio; qual cosa era sopra da me a dirne luogo
159 4, 85 | non odiare chi a te più era che per esser uomo in vita,
160 4, 85 | passati colloquii di chi t'era amico. Pertanto que' che
161 4, 86 | qual vuoi dolore? Ma forse era quivi luogo non inetto ad
162 4, 113| serbata la benivolenza, era dove avàmo licenza a separarla,
163 4, 113| simili, per e' quali costui era teco assiduo, e oggi in
164 4, 114| uscio testé a chi poco fa era libero addito a me perfino
165 4, 121| molesto e dannoso a sé chi era da nulla stimarlo, pigliano
166 4, 125| esser difficile a lui, ch'era vivuto fra altri, ora con
167 4, 128| età minore, da chi esso era non ben voluto, si portò
168 4, 128| portava el capo dell'inimico era participe della preda, faceano
169 4, 131| ADOVARDO Così era mia sentenza, Lionardo.
170 4, 136| per troppa avutoli invidia era partito da' Lacedemonesi
171 4, 136| danni in guerra, se chi gli era grave, ora gli sia fatto
172 4, 138| coniunture de' marmi tenero era da reciderlo con l'unghie,
173 4, 138| primi suoi nascimenti facile era da stirparlo, poi per lunghi
174 4, 143| inizio della benivolenza era lodare, della malivolenza
175 4, 143| grave, un iocundo compagno era come veiculo e sollevamento
176 4, 144| amoniva quanto d'ogni cosa era sazietà, e pertanto raro
177 4, 144| persino alla ara», luogo ove era da prestare el giuramento.
178 4, 146| porre suoi onorati tituli, era dissensione fra' litterati
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