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Così pensò Momo e, tanto per
cominciare a gettare in mezzo agli uomini il seme di questi disastri, prende
l'aspetto di Ercole e va a raccontare per filo e per segno ai cittadini
autorevoli, che si erano riuniti a discutere problemi di grande importanza,
come era diventato un dio, dando anche molti consigli pratici, finché li
convince a fare come lui. Poi, appena li vede armati e pronti a passare
all'azione, si trasforma in vento e svanisce; chiede poi alla figlia di giocare
al suo posto, mostrandosi ora a questo ora a quell'altro dei signori. Intanto
la dea Fortuna, ritenendo utile impedire che qualcun altro la precedesse a
occupare le orecchie ancor libere di Giove parlando male di lei per quella
storia di Ercole (sapeva bene quanto sia importante dar forma alle prime
impressioni nell'animo di chiunque), si andò a presentare in gran fretta
davanti a Giove, consigliandogli di prendere dal lato migliore quell'arrivo
imprevisto di Ercole. Infatti non c'era argomento più brillante per mostrare ai
mortali la maestà divina, perché ne avessero venerazione e timore, che quello
d'insegnargli che un giorno anche loro potevano diventare dèi.
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