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Leon Battista Alberti
Momo o Del Principe

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  • LIBRO PRIMO.
      • -32-
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-32-

 

Nel frattempo la dea Fama, lasciato perdere Ercole, si era diretta verso la vicina sede di Giove, nella sua smania di curiosare. Gli dèi, atterriti dal suo aspetto tremendo e minaccioso, si agitarono per tutto il cielo, e quelli che poco prima avevano storto il naso per l'arrivo di Ercole, adesso pensavano non solo che era un grosso vantaggio che fosse arrivato, ma che avrebbe dovuto esser richiamato da laggiù se non ci fosse stato, anzi, sostenevano che era loro precipuo interesse combattere con alla testa proprio lui contro certi mostri straordinari e così spaventosi. Viene perciò consegnata ad Ercole la clava di ferro di Giove, opera di Vulcano, per scacciare con essa la Fama mostruosa che andava curiosando per tutti i recessi divini. Così armato Ercole muove allo scontro. Fama decise di non starsene certo ad aspettare un avversario così ben armato e gagliardo, e si lanciò a precipizio dalla sommità del cielo; nella sua caduta urlava con strilli acuti: «Quelli come me, nati da esseri divini, respinti dal cielo ancor prima che ci vedessero, sono cacciati senza colpa in basso, sulla terra dei mortali; e i peggiori criminali fra i mortali si fregiano di armi divine, e in cambio di tanti oltraggi ecco cosa ci tocca, che proprio chi ci ha colpito sia ammesso nel numero degli dèi».




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