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Leon Battista Alberti
Momo o Del Principe

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  • LIBRO SECONDO.
      • -15-
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Se un vagabondo si mette a fare un discorso, anche se dice le stesse cose del primo oratore ingualdrappato che capita, chi avrà mai un pubblico più fitto? Chi ascolteranno con più attenzione? Quali perorazioni desteranno una commozione più grande? Chi susciterà approvazioni più calorose durante l'intero discorso? Grande è l'autorità di questa categoria d'uomini nei frangenti più gravi, nessun'altra ne ha di più. Non capita spesso di vedere che le cose che dice un vagabondo ubriaco in preda al delirio vengono accolte come vaticini e le si applica anche a questioni molto serie, come se fossero responsi di un oracolo? Su questo, comunque, torneremo magari un'altra volta; riprendo a parlare di me. Sai che valore aveva il fatto che io mantenessi sempre lo stesso equilibrio, senza agitarmi in un senso o nell'altro, nelle situazioni difficili? È una qualità che tu desideri, Giove, principe degli dèi, se hai buon senso, e che vorresti ardentemente conquistare. Cos'altro serve di più a godere la tranquillità, a dar prova di grandezza e a fare onore alla propria autorità, che avere un equilibrio che permetta di non cambiar mai linea di condotta, qualunque cosa accada? Arrivavano gravi notizie, accolte con orrore da tutti gli altri terribilmente impauriti: liquidi mai visti sgorgavano dalla dura roccia, s'erano accese fiamme in mezzo alle sorgenti, le montagne avevano preso a cozzare tra loro. La massa era attonita, le classi dirigenti in trepidazione, ogni cosa in preda al panico e all'ansia per quel che sarebbe avvenuto. Alcuni si mobilitavano per la salute pubblica, altri erano presi dalla smania di conservare i propri privilegi, agitati dalla speranza e dal timore. Momo invece, privo di angosce, dormiva tranquillo comunque si rigirasse, non avendo niente da sperare o da temere; e tra una pennichella e l'altra soleva dire così: 'Cosa vuoi che sia, Momo, e a te che importa di cose come queste, non avendo niente da perdere?'. Si parlava di fatti prodigiosi: alcuni avevano cavalcato su una strada tracciata sul mare; altri avevano fatto passare una flotta per monti e foreste; altri avevano scavato le montagne e avevano guidato i loro carri tra le rocce fino in fondo alle viscere della terra, altri avevano dato la scalata al cielo su di un'immensa catasta, altri ancora avevano strappato al mare fiumi e laghi prosciugandoli, e avevano racchiuso distese d'acqua dentro l'arida terra. Tutti erano pieni di meraviglia e di stupore di fronte a questi fenomeni, invece Momo diceva sempre così: 'Anche in questo caso, Momo, niente che ti riguardi'. Si diceva che i più ricchi e potenti re della terra si attaccavano tra loro con eserciti sterminati, il cielo era coperto di frecce, i corsi d'acqua erano ostruiti dai cadaveri, il mare si alzava per il sangue dei caduti. A sentire queste notizie tutti gli altri ondeggiavano in preda a vari sentimenti, secondo i loro interessi e le loro passioni di parte; solo Momo continuava a dire: 'Anche questo, Momo, non ti riguarda'. Si vedevano terreni in fiamme, devastazioni, saccheggi, si sentiva il lamento dei caduti, il fragore dei tetti che crollavano, le urla di chi era stato colpito dalla disgrazia; si esitava, si trepidava, si correva da tutte le parti; grida, fracasso, confusione in tutte le strade e gl'incroci; ma Momo sbadigliava, sdraiato a sognar donne nude, e non chiedeva nemmeno cosa significasse tutto quel baccano, se non qualche volta, con indifferenza e anche un po' di fastidio. Se poi qualcuno si metteva e deplorare davanti a lui sconvolgimenti così grandi e tempestosi, Momo diceva strofinandosi una gamba: 'Nemmeno ora c'è niente che ti possa preoccupare, Momo; dormi!'. Che altro infine? Per prendermi gioco di tutta questa gente in preda a tanta agitazione, quando li vedevo, raccolti in cerchio con le teste che si toccavano, macchinare qualcosa in gran serietà, correvo subito , mi piazzavo vicino, mi rivolgevo a loro chiedendo in continuazione di fare la carità a un poverello; quelli si arrabbiavano, io ero felice di fare l'importuno; quelli si scaldavano a rimproverare la mia antipatica buffoneria fuori luogo, e Momo rideva!».




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