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A tutto questo movimento
prendevano parte insieme a quasi tutti gli altri anche Pallade, la dea
mascolina (se si può dir così), e Minerva, onore e luce di tutte le arti; varrà
la pena a questo punto seguire il comportamento di Pallade e Minerva, per
riconoscere anche tra gli dèi la natura delle donne. Esse infatti erano indotte
a riflettere per benino sulla loro posizione pubblica e privata dal fatto che
un principe beatissimo come Giove, a cui non rimaneva altro desiderio che di
godere una gioia eterna, si divertisse della buffoneria di Momo; tutt'altro che
ignare del potere che hanno sull'animo di ciascuno certe paroline infamanti
buttate lì al momento opportuno ‑ soprattutto da parte di chi gode di
libero accesso presso di te, libero o impegnato che tu sia, erano già da un po'
vivamente preoccupate e, ricordando che Momo aveva subito da loro un'offesa
recente a proposito del fuoco, avevano validi motivi per temere che
quell'attivo frequentatore della corte stesse preparando qualche tiro con la
sua assidua presenza così divertente. Ma, siccome erano femmine, ragionarono da
femmine, senza il minimo senso dell'opportunità. Minerva, infatti, si mise a
parlare con Momo con l'arte oratoria di cui era esperta, facendogli così
conoscere tutta la faccenda del fuoco sacro, di cui lui era all'oscuro, mentre
cercava di convincerlo che non c'era stata mancanza da parte sua, allo scopo di
defraudare Momo di un simile dono divino, e gli chiarì i motivi della mancata
consegna affermando che non le sarebbe mai passato per la testa di impedire in
qualunque modo a Momo, così benemerito verso di lei e la schiatta divina, di
tornare col massimo onore tra gli dèi, secondo l'espressa volontà di Giove; ma
ammetteva il suo errore, non aveva avuto il coraggio di contraddire le
richieste in tal senso di una dea armata e prepotente come Pallade; non c'era
da stupirsi, del resto, che Pallade ci avesse provato, visti i debiti di
riconoscenza che aveva con la dea Frode, c'era anzi da guardare con una certa
indulgenza al fatto che due dèe, accomunate dalla stessa passione, si fossero
date aiuto a vicenda nel tentativo di non accrescere la gloria di un
avversario. Lo pregò infine di non prendersela con lei, ma di mettere alla
prova in futuro le sue buone intenzioni verso di lui, piuttosto che averla in
antipatia senza motivo.
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