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Momo affermò che questo era stato
il discorso di quel presuntuoso, e assicurò di essere rimasto talmente
indignato a sentirne il tono provocatorio e sobillatore che si era trattenuto a
stento dal mettergli le mani addosso per la rabbia; senza dubbio se fossero
stati lì presenti di persona Giove ottimo massimo, l'essere più mite, e gli dèi
così giusti e tolleranti, e avessero conosciuto direttamente la faccia di
svergognato dell'oratore, la sua maniera insopportabile di gesticolare,
l'enfasi ostentata delle sue parole, avrebbero deciso lì per lì di scaricare
tutta la violenza del fulmine su quell'intera criminale congrega
d'intellettuali, per portarsi via in una volta tutti i filosofi con tutte le
loro università, i loro libri e le loro biblioteche. Lui aveva dovuto
controllarsi, per le esigenze imposte dalla situazione, ma, per portare avanti
il compito che si era assunto, non aveva potuto fare a meno di sbottare,
rimproverando quei tipi che si mettevano a sproloquiare a quel modo intorno
agli dèi, e avvertendoli che era meglio riflettere mille volte se non volevano
farsi un'idea completamente stravolta di esseri dai quali avevano ricevuto
tante grazie divine, e sbagliare nel comportarsi così verso di loro; era meglio
stare bene attenti, se non volevano, mentre stavano a negare l'esistenza degli
dèi, accorgersi di quanto è forte la loro presenza e come sanno distinguere
bene i giusti e gli ingiusti, gli onesti e i disonesti; aveva augurato loro,
infine, di avere verso i celesti una disposizione d'animo che li tenesse
lontani da grossi guai.
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