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Leon Battista Alberti Momo o Del Principe IntraText CT - Lettura del testo |
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-26-Giove si lasciò persuadere facilmente dal suggerimento di Momo, che incontrò la generale approvazione degli dèi. Ed è per questo che i voti sono sparpagliati in fondo alle spiagge; anzi, c'è chi dice che siano voti quelle ampolline da quattro soldi che si trovano lì, luccicanti come fossero di cristallo. Sistemato tutto in questo modo, gli dèi presero congedo da Giove. Allora la dea Frode, ripensando al discorso di Momo, non ebbe difficoltà ad intuirne la forte capacità di eccitare gli animi a qualunque sentimento, e comprese che quel Momo lì, con la straordinaria esperienza che aveva acquistato nell'arte dell'inganno, era diventato anche troppo potente nel fingere e sgusciare da tutti i lati. Decise perciò di guardarsi bene in futuro da avere motivi di rivalità con Momo e, per conciliarsi il favore del suo avversario, adopera ogni arte per fargli una faccia dolce, disponibile e amichevole. Momo, memore dell'antica offesa ricevuta da Frode, continua col massimo puntiglio a mettere in scena quel suo nuovo ruolo di persona seria. Non è il caso di raccontare nei particolari come tutti e due si comportarono da grandi artisti della simulazione, prendendosi in giro a vicenda; alla fine, capitò che la dea Frode in mezzo a tante smancerie domandasse a Momo cosa glien'era parso di quel po' po' di ricevimento messo su da Ercole, che aveva avuto il coraggio, unico fra tutti gli dèi, d'invitare a pranzo l'eccellentissimo principe dei celesti. Momo rispose: «Cosa credi, che Ercole non sia degno di passare avanti a Momo, e che tu te lo tenga tanto caro e mi metta da parte?». La dea allora: «Perché fai così, Momo? Io preferirei un altro a te, con cui da moltissimo tempo ho tanta intimità e tanto affetto? Ma sorvoliamo! Piuttosto dimmi una cosa, per favore: questo Ercole tu non l'hai conosciuto in mezzo agli uomini?». Momo rispose: «E va bene, continua come hai cominciato, corri dietro ogni giorno a nuovi amori: la dea Frode se lo può permettere. Ma devi proprio fare così? Devi proprio tormentare di gelosia quelli che ti amano più di se stessi? Ma ama pure il tuo Ercole, corri dietro ad Ercole, parla di Ercole, non guardare nemmeno Momo: mi vuoi anche prendere in giro?». Allora la dea si mise a fargli tante moine, dicendo fra l'altro: «Povera disgraziata che sono, se ti può venire in mente che io abbia voglia d'innamorati di questo genere! Per me i tipi come Ercole sono da tenere ben alla larga, montati come sono, con tutte le arie che si danno per i loro successi, arroganti, inopportuni, che pensano gli sia dovuto tutto a loro capriccio! Cosa dovrei aspettarmi da uno che ha avuto il coraggio di invitare in casa d'altri il principe degli dèi, con l'avallo incondizionato dei suoi colleghi divini? Come potrei star tranquilla dicendo qualche volta di no a un simile sfacciato, se caso mai mi concedessi a lui? Sarebbe una schiavitù, non un amore. Io non ho il buon senso di Marte, che permette a un farfallone come quest'ospite appena arrivato in cielo di far certe follie in casa sua!». Allora Momo colse al volo l'occasione di dare una scottatina ad Ercole col marchio dell'ignominia, dicendo: «Ercole non è certo il tipo che non sa imparare a comandare o a ubbidire, secondo le circostanze. Non è poi così prepotente da farmi credere che tu lo detesti». Disse allora la dea: «È vero che Ercole ha dovuto imparare a ubbidire? Veramente l'avevo sentito dire, ma mi pareva una malignità». E Momo con un sorriso: «Cos'è che avevi sentito dire?». Frode allora: «Vuoi farmi far la pettegola, interrogandomi con tanto garbo: ma sono innamorata, e non mi costa niente accontentare il mio innamorato. Avevo sentito dire che Ercole, sì, proprio lui, è andato a servizio sulla terra. È vero, Momo mio, quello che dicono? Perché stai zitto?». Allora Momo, tutto agitato e con l'aria di chi non ne può più, esclamò: «Che credi, che io resista a lungo a farmi prendere per fesso da te? Ercole ha offerto un banchetto: che te ne frega? Ercole fa il magnifico: che te ne frega? Ami Ercole, ecco cosa ti frega tanto! Però non riuscirai a farmi montare in collera contro di te: ti amerò anche se non lo meriti, ti amerò anche se non lo vuoi». Con queste parole, e una faccia più che mai adatta a simulare la rabbia, se la squagliò. La dea guardandolo allontanarsi mormorava tra sé: «Addio, Momo! Ti hanno strappato la barba, ti hanno strapazzato per bene ma tu sei tornato dalla terra più fine di quando eri partito, con tutti i tuoi misteri! Addio, addio!».
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