Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
Leon Battista Alberti Momo o Del Principe IntraText CT - Lettura del testo |
|
|
-8-Il dio Stupore, sentendo quei discorsi su di lui, per quanto tardo e proprio duro di mente, non lo era al punto di essere insensibile agli elogi o ai commenti pesanti; e così rifletteva tra sé sulla condizione umana: «Come dovrei chiamare questo guaio che hanno gli uomini, che ridono di un dio presente e hanno rispetto e terrore della statua di uno che non c'è? Questo qui s'è messo in testa d'aver ricevuto una grazia e ha dimenticato completamente le sue profonde convinzioni contro gli dèi e l'insistenza con cui le sosteneva; questi altri, benché messi sull'avviso dal sole, dalla luna e da tutti gli altri segni evidenti dell'esistenza degli dèi, revocano in dubbio quel che essi stessi ammettono di potere, e dovere, credere. La mia statua di bronzo posta in un luogo profano ha avuto il potere di distogliere dalla loro crudeltà banditi sanguinari, far venire la paura degli dèi, convertire alla fede; ed io che sono un dio qui presente non riesco a rendere un po' più educate e rispettose verso gli dèi persone che fanno un lavoro collegato alle pratiche del culto religioso! Ma come faccio a distoglierli dalla loro empietà, se continuano a fare gli empi proprio contro di me?». Così meditava Stupore. Ma Enope, quand'ebbe adorato per un po' il suo dio protettore, non poteva certo starsene tranquillamente a veder trascurato a quel modo uno che gli aveva fatto la grazia: prese perciò un pezzo di ferro e si mise a grattare la ruggine che imbruttiva ulteriormente la faccia di Stupore. Il dio Stupore si sarebbe privato volentieri di quella fastidiosa grattata, ma, ritardato com'era, non sapeva come fare. D'altra parte, pensava di dover sopportare quell'uomo che cercava di fargli una cosa gradita, sia pure a sproposito; qualche volta, però, allargava la bocca di nascosto per evitare quella lima che passava e ripassava facendo un male cane. Gli dèi, ripensando alla sua sparata che si poteva coprire il cielo con la pelle degli uomini, avrebbero riso di cuore a vederlo mezzo spellato da un ometto, ma l'idea di poter subire danni ancora più gravi dagli uomini li rendeva propensi a pensare al rischio che correvano piuttosto che a ridere della stupidità altrui, e poi non potevano negare di avere anch'essi una buona dose di macchie di ruggine. |
Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2007. Content in this page is licensed under a Creative Commons License |