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Leon Battista Alberti
Momo o Del Principe

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  • LIBRO QUARTO.
      • -19-
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-19-

 

Sarà un vero spasso seguire le ragioni che li avevano trattenuti a terra, soprattutto per quanto riguarda Plutone. Caso volle che la dea Notte (per cominciare da lei) avesse nascosto la sua statua proprio sotto i medesimi gradini del teatro e proprio vicino a quella di Apollo e, siccome era cava, ci aveva ficcato dentro quella borsa piena d'oracoli trafugata ad Apollo come s'è detto, per evitare che se ne impadronisse a sua volta, approfittando della confusione, qualcuno tra la gran folla dei mortali, tra i quali aveva sentito dire che c'erano dei pericolosi rapinatori. Mentre, dunque, ci si un gran daffare per obbedire all'ordine di Giove, guarda caso, Apollo facendo leva col petto tirò su non la sua, ma la statua di Notte, facendo sì che la borsa gli scivolasse tra i piedi durante il trasporto. Però, occupato com'era, non si accorse della borsa. La dea Notte, in preda a uguale eccitazione in quell'operazione così confusa, si prese in collo quella statua che trovò. Ma poi, resasi conto dell'errore, pensando che Apollo si fosse portato via di proposito una statua non sua, se ne andò a piangere in grembo alla figlia per il rimorso del suo furto. La figlia di Notte è Ombra, e Apollo ne è così perdutamente innamorato che non è capace di andare da nessuna parte se non cOmbra con lui. Quanto alla famosa borsa, se la trovò sotto i piedi Ambiguità, la dea più bugiarda che esista. Appreso il fatto, Apollo fu arso da una tale indignazione contro Notte che da allora in poi non seppe trovar di meglio che correr sempre all'inseguimento della sua odiata nemica: e lei si ripara nascondendosi in grembo ad Ombra. Plutone, dal canto suo, era rimasto intricato in quel gran viluppo di tende, finché il frastuono non richiamò alcuni magnacci che stavano a letto nei bordelli con le loro baldraccone. Essi, trovato Plutone, gli misero un cappio al collo e lo tirarono fuori, poi alcuni provarono a pestargli i piedi con dei sassi per verificare se fosse proprio d'oro massiccio come immaginavano, altri nello sforzo di strappargli gli occhi vitrei (pensavano fossero diamanti) glieli strapazzarono al punto da fargli schizzar fuori una pupilla, mentre l'altra gliela frantumarono del tutto. Plutone non stette a sopportare stoicamente il dolore e l'oltraggio, ma diede un gemito, poi gliela fece pagare a parecchi di quei magnacci del malanno: si buttò da una parte con tutto il suo enorme peso, schiacciando chi gli capitò, pestando e mutilando mani e piedi a questo e quello; da allora si dice che vada errando per il foro, privato della vista, abbandonato al suo destino da quegli sporcaccioni rapaci.




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