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Leon Battista Alberti Momo o Del Principe IntraText CT - Lettura del testo |
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-4-«Eh?!» intervenne Frode «un re?». «Perché no?» disse Momo «Pensi forse che Giove sia altro che un dio, perché è il re degli dèi?». «Le tue ipotesi» disse Frode «mi sembrano proprio verosimili. Ma chi potrà mai ritenersi degno d'un potere così grande, anche se il destino ce lo spinge?». «Ridicola che sei!» fece Momo «Pensi che tutti gli dèi siano gente modesta e di poche ambizioni, al punto da credere che non se ne trovi nessuno che non si tirerebbe indietro di fronte all'occasione di andare al potere, qualora gli si presentasse?». «In effetti» disse Frode «per quanto io ti ritenga degno dei massimi onori, in un affare così grosso vedo un qualche cosa che potrebbe far tentennare anche te. Ma poi? E a me, che ruolo toccherà, se ti capiterà l'occasione di prendere il potere?». «Sarai per me» disse Momo «una seconda Giunone». Allora Frode scoppiò a piangere dicendo: «Ma uno che può fare tutto quel che gli garba non è certo costante nei sentimenti! Ti troverai un'altra innamorata, Momo; e Frode, che ti amerà senza speranza, ti verrà a noia». Continuarono per un pezzo a scambiarsi frasi del genere, finché Frode costrinse il suo amante a giurare sull'ara stessa che, qualora fosse diventato re degli dèi, avrebbe messo Frode al posto di Giunone. Poi, mentre fa ritorno trionfante nel consesso delle dèe, istruisce a puntino le testimoni Verina e Proflua sulle parole e il contegno da usare e il momento da scegliere per riferire a Giove tutto ciò che avevano ascoltato di nascosto vicino all'ara. |
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