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Momo s'era accorto che c'erano
dèe in circolazione; però, se da un lato preferiva sottrarsi alla loro vista
per odio verso gli dèi e per la sua situazione fastidiosa, dall'altro si
sentiva attratto a seguirle perché aveva visto da lontano Lode, la bellissima
figlia di Virtù, e aveva cominciato a eccitarsi d'amore. Siccome stava sempre
sul chi vive, si rendeva conto che le dèe erano state mandate proprio per lui,
e diversi pensieri lo agitavano nell'intimo, facendolo stare in ansia. Gli
venivano in mente i motivi per cui aveva contro gli dèi. Aveva provato a sue
spese che gli uomini, tra i quali aveva cercato scampo, erano molto più
violenti e selvaggi di quanto si possa ritenere; ricordava, d'altra parte, che
gli dèi di solito si lasciano piegare dalle preghiere. Pensava che però non
sarebbe stato vantaggioso, per un esule come lui, tentare un approccio con la
delegazione divina senza accompagnarlo con grandi manifestazioni di
sottomissione e umiltà, e Momo riteneva che mostrarsi in atteggiamento di
supplice fosse una cosa completamente estranea al suo carattere, né sapeva
trovare il modo per ordinare a se stesso di accantonare quel ruolo di
brontolone attaccabrighe che s'era scelto da un pezzo e aveva mantenuto con una
testardaggine senza fine. Temeva anche, però, che la sua ostinazione
esasperasse la dea, di solito così dolce e disponibile; e capiva che era suo
interesse non mettersi contro una da cui avrebbe potuto ottenere appoggio e
consigli per la sua causa. A tutto questo ora si aggiungeva la cotta che s'era
preso per Lode. Alla fine si decise a far visita alla dea; e, nello sforzo
d'imporsi un autocontrollo, diceva così: «È proprio il caso che un disgraziato
metta da parte la superbia, Momo; riserviamo la coerenza a migliore occasione;
per salvare la faccia, sarà sufficiente recuperare a qualunque costo l'antica
dignità, uscendo da questa situazione di merda. Non credere di sputtanarti se
ti comporti come si deve. La persona accorta, infatti, si sa adattare alle
circostanze, ed anche a Momo tornerà utile prepararsi a forza di salamelecchi e
preghiere la via per conquistare posizioni migliori. Di' pure: non posso non
esser Momo; non posso non essere quello che sono stato sempre, anarchico e
testardo. Benissimo: resta così come vuoi nel profondo del cuore, purché tu sia
capace di adattare il viso e il linguaggio alla necessità, simulando e
dissimulando. Hai voglia di ridere per le situazioni assurde che si creeranno,
con te in una parte brillante, e gli altri che se la bevono!».
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