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Leon Battista Alberti
Momo o Del Principe

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  • LIBRO PRIMO.
      • -21-
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-21-

 

S'è già detto che Momo aveva preso una cotta per Lode, una delle figlie di Virtù. Si era dunque risolto a non lasciar nulla d'intentato per conquistarla. Andava girovagando perciò intorno al tempio chiuso, scrutando attentamente tutte le vie d'ingresso, che cercò di forzare a più riprese; ma quando ebbe compreso che tutti i suoi tentativi sarebbero andati a vuoto contro quelle porte sprangate, aveva cambiato direzione ai suoi passi e ai pensieri, come a togliere l'assedio appena iniziato. Ma, mentre si allontanava, si fermò a guardare ancora una volta verso il tempio, e alzando lo sguardo di nuovo con un sospiro a questo e a quel punto scorse una finestra sul retro, dimenticata aperta per caso: decise di servirsene per cogliere il frutto della sua passione, di nascosto o con la forza. Trasportare una scala in quel luogo pubblico fin troppo frequentato, oltre che difficile e arduo, era tutt'altro che sicuro. Perciò, appeso alla finestra con lo sguardo, si rigirava tra mille pensieri, prendeva mille risoluzioni, pronto a tutto, poi però ogni cosa l'impauriva; tutto eccitato dalla voglia, ondeggiava tra speranza e timore. Tornato poi in sé, si ricordò dei poteri che aveva grazie al velo datogli dalla dea Virtù, allora si fece coraggio e cercò di attaccarsi con tutta la forza delle braccia e delle gambe al muro del tempio reso scabroso dagli anni, tendendo in su le braccia più che poteva e piantando le unghie e la barba nelle giunture fra le pietre, finché, trasformato in edera, strisciò in alto fin sulla finestra. Da quel punto poteva vedere Lode, che, guarda caso, era la sola ancora sveglia, mentre sua madre e i fratelli si erano addormentati, intenta a rifarsi l'acconciatura ai capelli davanti alla pietra levigata del tempio, come fosse uno specchio. Incapace di controllarsi per la passione amorosa, eccitato a qualsiasi audacia, non sa che combinare, che altro decidere se non aspettare acquattato in silenzio l'occasione del colpo d'amore. Perciò, distendendosi pian piano per il muro, stava appeso con le braccia allargate, l'animo in ansia; difficile dire quanto fosse insofferente di quella pausa e di sé, in quella posizione d'attesa. Essendo ora più vicino alla ragazza, ardeva più violentemente del fuoco d'amore; d'altra parte, agghiacciava e rabbrividiva per la gran paura. Ora si sentiva pronto all'assalto, ora si tratteneva al minimo segnale sospetto; ancora una volta si eccitava all'azione temeraria, e ancora una volta esitava al momento cruciale, e non poteva evitar di tremare con tutte le foglie ad ogni sussulto del cuore impaurito nel pieno della tensione.




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