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BRUTO A tutti voi, concittadini, io vengo
a dar dell'opre mie conto severo.
Ad una voce mi assumeste or dianzi
con Collatino a dignità novella
del tutto in Roma: ed i littori, e i fasci,
e le scuri (fra voi già regie insegne)
all'annual nostro elettivo incarco
attribuir vi piacque. In me non entra
per ciò di stolta ambizione il tarlo:
d'onori, no, (benché sien veri i vostri)
ebro non son: di libertade io 'l sono;
di amor per Roma; e d'implacabil fero
abborrimento pe' Tarquinj eterno.
Sol mio pregio fia questo; e ognun di voi
me pur soverchi in tale gara eccelsa;
ch'altro non bramo.
POPOLO Il dignitoso
e forte
tuo aspetto, o Bruto, e il favellar tuo franco,
tutto, sì, tutto in te ci annuncia il padre
dei Romani, e di Roma.
BRUTO O figli,
dunque;
veri miei figli, (poiché a voi pur piace
onorar me di un tanto nome) io spero
mostrarvi in breve, ed a non dubbie prove,
ch'oltre ogni cosa, oltre a me stesso, io v'amo. -
Con molti prodi il mio collega in armi
uscito è già della cittade a campo,
per incontrar, e in securtà raccorre
quei che a ragion diserte han le bandiere
degli oppressori inique. Io tutti voi,
plebe, e patrizj, e cavalieri, e padri,
nel foro aduno; perché a tutti innanzi
trattar di tutti la gran causa io stimo.
Tanta è parte or di Roma ogni uom romano,
che nulla escluder dal consesso il puote,
se non l'oprar suo reo. - Patrizj illustri;
voi, pochi omai dal fero brando illesi
del re tiranno; e voi, di loro il fiore,
senatori; adunarvi infra una plebe
libera e giusta sdegnereste or forse?
Ah! no: troppo alti siete. Intorno intorno,
per quanto io giri intenti gli occhi, io veggo
Romani tutti; e nullo havvene indegno,
poiché fra noi re più non havvi. - Il labro
a noi tremanti e mal sicuri han chiuso
finora i re: né rimaneaci scampo:
o infami farci, assenso dando infame
alle inique lor leggi; o noi primieri
cader dell'ira lor vittime infauste,
se in voi l'ardir di opporci invan, sorgea.
VALERIO Bruto, il vero tu narri. - A Roma io parlo
dei senatori in nome. - È ver, pur troppo!
Noi da gran tempo a invidìar ridotti
ogni più oscuro cittadino; astretti
a dispregiar, più ch'ogni reo, noi stessi;
che più? sforzati, oltre il comune incarco
di servitù gravissimo, a tor parte
della infamia tirannica; ci femmo
minori assai noi della plebe; e il fummo:
né innocente parere al popol debbe
alcun di noi, tranne gli uccisi tanti
dalla regia empia scure. Altro non resta
oggi a noi dunque, che alla nobil plebe
riunir fidi il voler nostro intero;
né omai tentar di soverchiarla in altro,
che nell'odio dei re. Sublime, eterna
base di Roma, fia quest'odio sacro.
Noi dunque, noi, per gl'infernali Numi,
sul sangue nostro e quel dei figli nostri,
tutti il giuriam ferocemente, a un grido.
POPOLO Oh grandi!
Oh forti! Oh degni voi soltanto
di soverchiarci omai! La nobil gara
accettiam di virtù. Non che gl'iniqui
espulsi re, (da lor viltà già vinti)
qual popol, quale, imprenderia far fronte
a noi Romani e cittadini a prova?
BRUTO Divina gara!
sovrumani accenti!...
Contento io moro: io, qual Romano il debbe,
ho parlato una volta; ed ho con questi
orecchi miei pure una volta udito
Romani sensi. - Or, poiché Roma in noi
per la difesa sua tutta si affida
fuor delle mura esco a momenti io pure;
e a voi giorno per giorno darem conto
d'ogni nostr'opra, o il mio collega, od io;
finché, deposte l'armi, in piena pace
darete voi stabil governo a Roma.
POPOLO Romper,
disfar, spegner del tutto in pria
tiranni fa d'uopo.
BRUTO A ciò
sarovvi,
ed a null'altro, io capo. - Udir vi piaccia
un loro messo brevemente intanto:
in nome lor di favellarvi ei chiede.
Il credereste voi? Tarquinjo, e seco
l'infame Sesto, ed altri pochi, or dianzi
fin presso a Roma a spron battuto ardiro
spingersi; quasi a un gregge vil venirne
stimando; ahi stolti! Ma, delusi assai
ne furo; a me l'onor dell'armi prime
furò Tiberio, il figliuol mio. Ne andaro
gl'iniqui a volo in fuga; all'arte quindi
dalla forza scendendo, osan mandarvi
ambasciator Mamilio. I patti indegni
piacevi udir quai sieno?
POPOLO Altro non
havvi
patto fra noi, che il morir loro, o il nostro.
BRUTO Ciò dunque
egli oda, e il riferisca.
POPOLO A noi
venga su dunque il servo nunzio; i sensi
oda ei di Roma, e a chi l'invia li narri.
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