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Vittorio Alfieri
Bruto Primo

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  • ATTO QUINTO.
    • Scena Prima. Popolo, Valerio, Senatori, Patrizj, Collatino, Bruto.
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ATTO QUINTO.

 

Scena Prima. Popolo, Valerio, Senatori, Patrizj, Collatino, Bruto.

 

COLLATINO Romani, a voi lieto e raggiante il sole
jer sorgea; quando appunto in simil ora
di libertà le prime voci all'aura
echeggiavan per voi: nel dolor mio
sepolto intanto, io muto stava. In questo
orribil , parte tutt'altra (ahi lasso!)
toccami in sorte, poiché a voi pur piacque
consol gridarmi, col gran Bruto, ad una. -
Giurava ognun, (ben vel rimembra, io spero)
giurava ognun, ieri, nel foro, ai Numi
di pria morir che mai tornarne al vile
giogo del re. Né soli i rei Tarquinj,
ma ogni uom, che farsi delle leggi osasse
maggior, da voi, dal giuramento vostro
venìa proscritto. - Il credereste or voi?
Alla presenza vostra, io debbo, io primo,
molti accusar tra i più possenti e chiari
cittadini; che infami, empj, spergiuri,
han contra Roma, e contro a sé (pur troppo!)
congiurato pel re.
POPOLO Pel re? Quai sono?
Quai son gl'iniqui traditori, indegni
d'esser Romani? Or via; nomali; spenti
li vogliam tutti...
COLLATINO Ah!... nell'udirne i nomi,
forse,... chi sa?... Nel pronunziargli, io fremo...
Più la clemenza assai, che la severa
giustizia vostra, implorerò. Son questi
pressoché tutti giovanetti: i mali
tanti, e sì feri, del civil servaggio
provato ancor, per poca età, non hanno:
e i più, cresciuti alla pestifer'ombra
della corrotta corte, in ozio molle,
di tirannia gustato han l'esca dolce,
ignari appien dell'atroce suo fiele.
POPOLO Quai che pur sien, son traditor, spergiuri;
pietà non mertan; perano: corrotti
putridi membri di città novella,
vuol libertà che tronchi sieno i primi.
Nomali. Udiamo...
VALERIO E noi, benché convinti
pur troppo omai, che alla patrizja gente
questo delitto rio (disnor perenne!)
si aspetta, or pure i loro nomi a prova
noi col popol chiediamo. - Oh nobil plebe
ad alte cose nata! oh te felice!
Tu almen della tirannide portavi
soltanto il peso; ma la infamia e l'onta
n'erano in noi vili patrizj aggiunte
al pondo ambìto dei mertati ferri.
Noi, più presso al tiranno; assai più schiavi,
e men dolenti d'esserlo, che voi;
noi quindi al certo di servir più degni.
Io n'ho il presagio; a spergiurarsi i primi
erano i nostri. - O Collatin, tel chieggo
e del senato, e de' patrizj in nome;
svela i rei, quai ch'ei sieno. Oggi de' Roma
ad alta prova ravvisar, qual fera
brama ardente d'onor noi tutti invada.
POPOLO Oh degni voi di miglior sorte!... - Ah! voglia
il ciel, che i pochi dal servir sedotti,
né di plebei né di patrizj il nome
abbian da noi! Chi è traditor spergiuro,
cessò d'esser Romano.
COLLATINO I rei son molti:
ma, nol son tutti a un modo. Havvene, a cui
spiace il servaggio; e han cor gentile ed alto;
ma da Mamilio iniquo in guise mille
raggirati, ingannati...
POPOLO Ov'è l'infame?
Oh rabbia! ov'è?
COLLATINO Pria che sorgesser l'ombre,
fuor delle porte io trarre il fea: che salvo
il sacro dritto delle genti il volle,
bench'ei colpevol fosse. Il popol giusto
di Roma, osserva ogni diritto: è base
di nostra sacra libertà, la fede.
POPOLO Ben festi, in vero, di sottrarre al nostro
primo furor colui: così macchiata
non è da noi giustizia. I Numi avremo
con noi schierati, e la virtude: avranno
rei tiranni a lor bandiere intorno
il tradimento, la viltade, e l'ira
giusta del ciel...
VALERIO Ma i lor tesori infami
darem noi loro, affin che a danno espresso
se ne vaglian di Roma? Assai più l'oro
fia da temersi or dei tiranni in mano,
che non il ferro.
POPOLO È ver; prestar non vuolsi
tal arme a lor viltà: ma far vorremmo
nostro perciò l'altrui? che cal dell'oro
a noi, che al fianco brando, e al petto usbergo
di libertade abbiamo?...
VALERIO Arsi sien, arsi
tutti i tesori dei tiranni; o assorti
sien del Tebro fra l'onde...
POPOLO E in un perisca
ogni memoria dei tiranni...
VALERIO E pera
del servir nostro ogni memoria a un tempo.
COLLATINO - Degno è di voi, magnanimo, il partito;
eseguirassi il voler vostro, in breve.
POPOLO Sì: ma frattanto, e la congiura, e i nomi
dei congiurati esponi.
COLLATINO ... Oh cielo!... Io tremo
nel dar principio a sì cruda opra...
POPOLO E Bruto,
tacito, immobil, sta?... Di pianto pregni
par che abbia gli occhi; ancor che asciutto e fero
lo sguardo in terra affisso ei tenga. - Or via,
parla tu dunque, o Collatino.
COLLATINO ... Oh cielo!...
VALERIO Ma che fia mai? Liberator di Roma,
di Lucrezia marito, e consol nostro
non sei tu, Collatino? Amico forse
dei traditor saresti? in te pietade,
per chi non l'ebbe della patria, senti?
COLLATINO - Quando parlar mi udrete, il dolor stesso
che il cuor mi squarcia e la mia lingua allaccia,
diffuso in voi fia tosto: io già vi veggio,
d'orror compresi e di pietade, attoniti,
piangenti, muti. - Apportator ne andava
Mamilio al re di questo foglio: a lui,
pria ch'ei di Roma uscisse, io torre il fea:
e confessava il perfido, atterrito,
che avean giurato i cittadin qui inscritti
di aprire al re nella futura notte
della città le porte...
POPOLO Oh tradimento!
Muoiano i rei, muoiano...
VALERIO Al rio misfatto
lieve pena è la morte.
COLLATINO Il fatal foglio
da Valerio a voi tutti omai si legga.
Eccolo; il prendi: io profferir non posso
questi nomi.
VALERIO Che veggio?... Oh fera lista!...
Di propria man scritto ha ciascun suo nome?... -
Romani, udite. - Aquiljo il padre, e i sei
figli suoi, son della congiura i capi:
scritti son primi. Oh cielo!...
COLLATINO ... A ognun di loro
mostrato il foglio, il confessavan tutti:
già in ceppi stanno; e a voi davanti, or ora,
trar li vedrete...
VALERIO ... Oimè! .. Seguon...
POPOLO Chi segue?
Favella.
VALERIO ... Oimè!... Creder nol posso... Io leggo...
quattro nomi...
POPOLO Quai son? su via...
VALERIO Fratelli
della consorte eran di Bruto...
POPOLO Oh cielo!
i Vitellj?
COLLATINO Ah!... ben altri or or ne udrete.
Ad uno ad uno, a voi davante, or ora...
VALERIO Che val, ch'io dunque ad uno ad un li nomi?
E Marzj, e Ottavj, e Fabj, e tanti e tanti
ne leggo; oimè!... Ma gli ultimi mi fanno
raccapricciar d'orror... Di mano... il foglio...
a tal vista... mi cade...
POPOLO Oh! Chi mai fieno?
VALERIO Oh ciel!... No... mai, nol credereste...
Silenzio universale.
BRUTO - I nomi
ultimi inscritti, eran Tiberio e Tito.
POPOLO I figli tuoi?... Misero padre! Oh giorno
infausto!...
BRUTO Oh giorno avventurato, a voi!
Bruto altri figli or non conosce in Roma,
che i cittadini; e più nol son costoro.
Di versar tutto il sangue mio per Roma
ieri giurai; presto a ciò far son oggi:
e ad ogni costo...
POPOLO Ahi sventurato padre!...
Silenzio universale.
BRUTO - Ma che? d'orror veggio agghiacciata, e muta
Roma intera? - per Bruto ognun tremante
si sta? - Ma a chi più fero oggi il periglio
sovrasta? il dite: a Bruto, o a Roma? Ognuno
qui vuol pria d'ogni cosa, o voler debbe,
secura far, libera, e grande Roma;
e ad ogni patto il de'. Sovrastan ceppi,
e stragi rie; per Roma il consol trema;
quindi or tremar suoi cittadin non ponno
per un privato padre. I molli affetti,
ed il pianto, (che uscir da roman ciglio
mai nel foro non puote, ove per Roma
non si versi) racchiusi or nel profondo
del cor si stieno i molli affetti, e il pianto. -
Io primo a voi (così il destino impera)
dovrò mostrar, qual salda base ed alta
a perpetua città dar si convenga. -
Littori, olà; traggansi tosto avvinti
i rei nel foro. - Omai tu il sol, tu il vero
di Roma re, popol di Marte, sei.
Fu da costor la maestà tua lesa;
severa pena a lor si debbe; e spetta
il vendicarti, ai consoli...




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