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Vittorio Alfieri
Bruto Primo

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  • ATTO QUARTO.
    • Scena Terza. Tito, Tiberio fra Littori, Bruto, Collatino.
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Scena Terza. Tito, Tiberio fra Littori, Bruto, Collatino.

 

BRUTO In disparte ognun traggasi: voi soli
inoltratevi.
TITO Ah padre!...
BRUTO Il consol io
di Roma sono. - Io chieggo a voi, se siete
cittadini di Roma.
TIBERIO Il siamo; e figli
ancor di Bruto...
TITO E il proverem, se udirci
il consol degna.
COLLATINO Ai loro detti, agli atti,
sento il cor lacerarmi.
BRUTO - Un foglio è questo,
che ai proscritti Tarquinj riportava
il reo Mamilio. Oltre molti altri, i vostri
nomi vi stan, di vostro proprio pugno.
Voi, traditori della patria dunque
siete, non più di Bruto figli omai;
figli voi de' tiranni infami siete.
TITO Vero è (pur troppo!) ivi sott'altri molti
illustri nomi, il mio v'aggiunsi io primo;
e, strascinato dal mio esempio poscia,
firmò il fratello. Ei non è reo: la pena,
sia qual si vuol, soltanto a me si debbe.
Mi sconsigliava ei sempre...
TIBERIO Eppur, non seppi
io mai proporti altro consiglio: e d'uopo
salvar pur n'era il già tradito padre,
ad ogni costo. Al falso il ver commisto
avea sì ben Mamilio, che noi presi
dall'arti sue, da tutti abbandonato
credendo il padre, a lui tradir noi stessi
sforzati, noi, dal troppo amarlo fummo.
Ah! se delitto è il nostro, al par siam degni
noi d'ogni grave pena: ma la sola
che noi temiamo, e che insoffribil fora,
(l'odio paterno) il ciel ne attesto, e giuro,
che niun di noi la merta.
BRUTO Oh rabbia! e in seggio
riporre il re, voi, con quest'altri infami,
pur prometteste?
TITO Io, col firmar, sperava
render Tarquinjo a te più mite...
BRUTO A Bruto?
Mite a Bruto Tarquinjo? - E s'anco il fosse;
perfido tu, tradir la patria mai
dovevi tu per me? Voi forse, or dianzi,
voi non giuraste morir meco entrambi,
pria ch'a niun re mai più sopporci noi?
TITO Nol niego io, no...
BRUTO Spergiuri sete or dunque,
e traditori... In questo foglio a un tempo
firmato avete il morir vostro;... e il mio!...
TIBERIO Tu piangi, o padre?... Ah! se del padre il pianto,
sovra il ciglio del giudice severo,
attesta almen, che noi del tutto indegni
di tua pietà non siam, per Roma lieti
morremo noi.
TITO Ma, benché reo, non era
né vil, né iniquo Tito...
BRUTO Oh figli! oh figli!...
- Che dico io figli? il disonor mio primo
voi siete, e il solo. Una sprezzabil vita,
voi, voi serbarla al padre vostro, a costo
della sua gloria e libertà? ridurmi
a doppiamente viver con voi servo,
allor che stava in vostra man di andarne
liberi meco a generosa morte?
E, a trarre a fin sì sozza impresa, farvi
della patria nascente traditori?
Sordi all'onor, spergiuri ai Numi? - E s'anco
foss'io pur stato oggi da Roma intera
tradito; e s'anco, a esempio vostro, io sceso
fossi a implorar clemenza dal tiranno;
ahi stolti voi! più ancor che iniqui, stolti!
creder poteste mai, che in cor d'espulso
vile tiranno, altro allignar potesse,
che fera sete di vendetta e sangue?
A morte certa, e lunga, e obbrobrìosa,
voi, per salvarlo, or serbavate il padre.
TITO Timor, nol niego, in legger tanti e tanti
possenti nomi entro quel foglio, il petto
invaso mi ebbe, ed impossibil femmi
l'alta impresa parere. Io già, non lieve,
e per sé dubbia, e perigliosa (il sai)
la credea; benché in cor brama ne avessi.
Quindi, in veder cangiarsi affatto poscia
in sì brev'ora il tutto, e al re tornarne
cittadini, ed i più illustri, in folla;
tremai per Roma, ove gran sangue, e invano,
scorrer dovrebbe, e il tuo primiero. Aggiunti
nomi nostri a quei tanti altri, in cuore
nasceami speme, che per noi sottratto
dalla regia vendetta così fora
il padre almeno: e in larghi detti, astuto
Mamilio a noi ciò promettea.
BRUTO Che festi?
Che festi? oh cielo! - Ah! cittadin di Roma
non eri tu in quel punto; poiché Roma
per me tradivi... Né figliuol di Bruto
eri tu allor poiché il suo onor vendevi
al prezzo infame dei comuni ceppi.
TIBERIO Il tuo giusto furor, deh! padre, in lui
non volger solo; al par lo merto anch'io.
Per te, il confesso, anch'io tremai; più amato
da noi fu il padre, che la patria nostra:
sì, padre, il nostro unico error fu questo.
COLLATINO Ahi giovinetti miseri!... Oh infelice
padre!...
BRUTO Ah! pur troppo voi di Bruto foste,
più che di Roma, figli! In rio servaggio
voi nati, ad ingannarvi io pur costretto
dai duri nostri tempi, a forti ed alti
liberi sensi io non potea nudrirvi,
qual debbe un padre cittadino... O figli,
del vostro errar cagion non altra io cerco.
Me, me ne incolpo, ed il servir mio prisco,
e il mio tacere; e, ancorché finto, il mio
stesso tremar, che a tremare insegnovvi.
Ah! non è muta entro al mio cor pietade;...
ma, in suon più fero, mi grida tremenda
giustizia; e a dritto or la pretende Roma. -
Figli miei, figli amati, io son più assai
infelice di voi... Deh! poiché a vostra
scelta era pure o il tradir Roma, o a morte
sottrarre il padre; oh ciel! perché scordarvi,
che a sottrar Bruto dall'infamia (sola,
vera sua morte) a lui bastava un ferro?
Ed ei lo aveva; ed il sapean suoi figli:
tremar potean mai quindi essi pel padre?
COLLATINO Deh! per ora il dolore e l'ira alquanto
acqueta, o Bruto: ancor, chi sa?... salvarli
forse....
TITO Ah! salvarmi or si vorrebbe indarno:
non io più omai viver potrei; perduta
ho dell'amato genitor la stima,
e l'amor, forse... Ah! non fia mai, ch'io viva.
Ma il tristo esemplo mio bensì discolpi
l'innocente minor fratello; ei salvo...
TIBERIO Orrido è molto il nostro fallo, o padre;
ma pari egli è; giusto non sei, se pari
non ne dai pena. Il tutelar celeste
Genio di Roma espressamente or forse
volea, che base a libertà perenne
fosse il severo esempio nostro.
BRUTO Oh figli!...
Deh! per or basti... Il vostro egregio e vero
pentimento sublime, a brani a brani
lo cuor mi squarcia.. Ancor, pur troppo! io sono,
più che console, padre... Entro ogni vena
scorrer mi sento orrido un gelo... Ah! tutto,
tutto il mio sangue per la patria sparso
sarà fra poco... A far rinascer Roma,
l'ultimo sangue or necessario, è il mio:
pur ch'io liberi Roma, a voi, né un solo
giorno, o miei figli, io sopravviver giuro. -
Ch'io per l'ultima volta al sen vi stringa,
amati figli;... ancora il posso... Il pianto...
dir più omai... non mi lascia... Addio,... miei figli. -
Consol di Roma, ecco a te rendo io 'l foglio.
Sacro dovere al dì novel t'impone
di appresentarlo a Roma tutta. I rei
stanno affidati alla tua guardia intanto.
Teco nel foro al sorger dell'aurora
anch'io verronne. - Or, sostener più a lungo,
no, più non posso così fera vista.




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