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Vittorio Alfieri
Della tirannide

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  • LIBRO PRIMO.
    • Capitolo Quarto – Della viltà.
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Capitolo Quarto – Della viltà.

 

1. Dalla paura di tutti nasce nella tirannide la viltà dei più. Ma i vili in supremo grado necessariamente son quelli, che si avvicinano più al tiranno, cioè al fonte di ogni attiva e passiva paura. Grandissima perciò, a parer mio, passa la differenza fra la viltà e la paura. Può l'uomo onesto, per le fatali sue natìe circostanze, trovarsi costretto a temere; e temerà costui con una certa dignità; vale a dire, egli temerà tacendo, sfuggendo sempre perfino l'aspetto di quell'uno che tutti atterrisce, e fra se stesso piangendo, o con pochi a lui simili, la necessità di temere, e la impossibilità d'annullare, o di rimediare a un così indegno timore. All'incontro, l'uomo già vile per propria natura, facendo pompa del timor suo, e sotto la infame maschera di un finto amore ascondendolo, cercherà di accostarsi, d'immedesimarsi, per quanto egli potrà, col tiranno: e spererà quest'iniquo di scemare in tal guisa a se stesso il proprio timore, e di centuplicarlo in altrui.

2. Onde, ella mi pare ben dimostrata cosa, che nella tirannide, ancorché avviliti sian tutti, non perciò tutti son vili.




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