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Carlo Goldoni Il bugiardo IntraText CT - Lettura del testo |
DOTT. Ditemi un poco, la mia signora figlia, quant'è che non avete veduto il signor marchese Asdrubale di Castel d'Oro?
ROS. So benissimo ch'egli non è marchese.
ROS. Sì signore, si chiama Ruggiero Pandolfi, mercante napolitano.
DOTT. Pazza, stolida, senza giudizio; sai chi è colui?
ROS. Chi mai?
DOTT. Lelio, figlio di Pantalone.
ROS. Quello che mi avevate proposto voi per consorte?
DOTT. Quello; quella buona lana.
ROS. Dunque, s'è quello, la cosa è più facile ad accomodarsi.
DOTT. Senti, disgraziata, senti dove ti potea condurre il tuo poco giudizio, la facilità colla quale hai dato orecchio ad un forestiere. Lelio Bisognosi, che con nome finto ha cercato sedurti, a Napoli è maritato.
ROS. Lo sapete di certo? Difficilmente lo posso credere.
DOTT. Sì, lo so di certo. Me l'ha detto suo padre.
ROS. (piange) Oh me infelice! Oh traditore inumano!
DOTT. Tu piangi, frasconcella? Impara a vivere con più giudizio, con più cautela. Io non posso abbadare a tutto. Mi conviene attendere alla mia professione. Ma giacché non hai prudenza, ti porrò in un luogo dove non vi sarà pericolo che tu caschi in questa sorta di debolezze.
ROS. Avete ragione. Castigatemi, che ben lo merito. (Scellerato impostore, il cielo ti punirà.) (parte)