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Carlo Goldoni
Il servitore di due padroni

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Scena Sedicesima. Smeraldina, poi il Cameriere della locanda

 

Strada con veduta della locanda

 

SMERALDINA Oh, guardate che discretezza della mia padrona! Mandarmi con un viglietto ad una locanda, una giovane come me! Servire una donna innamorata è una cosa molto cattiva. Fa mille stravaganze questa mia padrona; e quel che non so capire si è, che è innamorata del signor Silvio a segno di sbudellarsi per amor suo, e pur manda i viglietti ad un altro. Quando non fosse che ne volesse uno per la state e l'altro per l'inverno. Basta... Io nella locanda non entro certo. Chiamerò; qualcheduno uscirà. O di casa! o della locanda!

CAMERIERE Che cosa volete, quella giovine?

SMERALDINA (Mi vergogno davvero, davvero). Ditemi.. Un certo signor Federigo Rasponi è alloggiato in questa locanda?

CAMERIERE Sì, certo. Ha finito di pranzare che è poco.

SMERALDINA Avrei da dargli una cosa.

CAMERIERE Qualche ambasciata? Potete passare.

SMERALDINA Ehi, chi vi credete ch'io sia? Sono la cameriera della sua sposa.

CAMERIERE Bene, passate.

SMERALDINA Oh, non ci vengo io dentro.

CAMERIERE Volete ch'io lo faccia venire sulla strada? Non mi pare cosa ben fatta; tanto più ch'egli è in compagnia col signor Pantalone de'Bisognosi.

SMERALDINA Il mio padrone? Peggio! Oh, non ci vengo.

CAMERIERE Manderò il suo servitore, se volete.

SMERALDINA Quel moretto?

CAMERIERE Per l'appunto.

SMERALDINA Si, mandatelo.

CAMERIERE (Ho inteso. Il moretto le piace. Si vergogna a venir dentro. Non si vergognerà a farsi scorgere in mezzo alla strada) (entra).

 




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