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Carlo Goldoni
Il servitore di due padroni

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Scena Diciannovesima. Beatrice da uomo, e detti

 

BEATRICE Riverisco il signor Pantalone.

PANTALONE Padron reverito. Àla recevesto una borsa con cento ducati?

BEATRICE Io no.

PANTALONE Ghe l'ho dada za un poco al so servitor. La m'ha dito che el un omo fidà.

BEATRICE Sì, non vi è pericolo. Non l'ho veduto: me li darà, quando torno a casa. (Che ha la signora Clarice che piange?) (piano a Pantalone).

PANTALONE (Caro sior Federigo, bisogna compatirla. La nova della so morte stada causa de sto mal. Col tempo spero che la se scambierà) (piano a Beatrice).

BEATRICE (Fate una cosa, signor Pantalone, lasciatemi un momento in libertà con lei, per vedere se mi riuscisse d'aver una buona parola) (come sopra).

PANTALONE Sior Sì; vago e vegno. (Voggio provarle tutte). Fia mia, aspetteme, che adesso torno. Tien un poco de compagnia al to novizzo. (Via, abbi giudizio) (piano a Clarice, e parte).

 




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