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Carlo Goldoni
Il servitore di due padroni

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Scena Ventunesima. Pantalone e dette

 

PANTALONE Bravi! Me ne rallegro infinitamente. (Fia mia, ti t'ha giustà molto presto) (a Clarice).

BEATRICE Non vel dissi, signor Pantalone, ch'io l'avrei placata?

PANTALONE Bravo! Avè fatto più vu in quattro minuti, che no averave fatto mi in quattr'anni.

CLARICE (Ora sono in un laberinto maggiore).

PANTALONE Donca stabiliremo presto sto matrimonio (a Clarice).

CLARICE Non abbiate tanta fretta, signore.

PANTALONE Come! Se se tocca le manine in scondon, e non ho d'aver pressa? No, no, no voggio che me succeda desgrazie. Doman se farà tutto.

BEATRICE Sarà necessario, signor Pantalone, che prima accomodiamo le nostre partite, che vediamo il nostro conteggio.

PANTALONE Faremo tutto. Queste le cosse che le se fa in do ore. Doman daremo l'anello.

CLARICE Deh, signor padre...

PANTALONE Siora fia, vago in sto ponto a dir le parole a sior Silvio.

CLARICE Non lo irritate, per amor del cielo.

PANTALONE Coss'è? Ghe ne vustu do?

CLARICE Non dico questo. Ma...

PANTALONE Ma e mo, la finia. Schiavo, siori (vuol partire).

BEATRICE Udite... (a Pantalone).

PANTALONE mario e muggier (partendo).

CLARICE Piuttosto... (a Pantalone).

PANTALONE Stassera la descorreremo (parte).

 




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