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Carlo Goldoni
Il servitore di due padroni

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ATTO SECONDO

 

Scena Prima. Silvio e il Dottore

 

Cortile in casa di Pantalone

 

SILVIO Signor padre, vi prego lasciarmi stare.

DOTTORE Fermati; rispondimi un poco.

SILVIO Sono fuori di me.

DOTTORE Per qual motivo sei tu venuto nel cortile del signor Pantalone?

SILVIO Perché voglio, o che egli mi mantenga quella parola che mi ha dato, o che mi renda conto del gravissimo affronto.

DOTTORE Ma questa è una cosa che non conviene farla nella propria casa di Pantalone. Tu sei un pazzo a lasciarti trasportar dalla collera.

SILVIO Chi tratta male con noi, non merita alcun rispetto.

DOTTORE È vero, ma non per questo si ha da precipitare. Lascia fare a me, Silvio mio, lascia un po'ch'io gli parli; può essere ch'io lo illumini e gli faccia conoscere il suo dovere. Ritirati in qualche loco, e aspettami; esci di questo cortile, non facciamo scene. Aspetterò io il signor Pantalone.

SILVIO Ma io, signor padre...

DOTTORE Ma io, signor figliuolo, voglio poi esser obbedito.

SILVIO Sì, v'obbedirò. Me n'anderò. Parlategli. Vi aspetto dallo speziale. Ma se il signor Pantalone persiste, avrà che fare con me (parte).




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