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Carlo Goldoni Il cavaliere e la dama IntraText CT - Lettura del testo |
Colombina - Oh, è molto garbato il signor Anselmo! Guardi, signora padrona, guardi.
Donna Eleonora - Che ha egli fatto? Gli hai tu dato il mio viglietto?
Colombina - Gliel'ho dato in coscienza mia.
Donna Eleonora - Io l'ho pregato che mi mandasse mezza libbra di caffè, una libbra di zucchero, ed un poco di tè; ed egli perché mi manda tutta questa gran roba?
Toffolo - Il signor Anselmo la riverisce, e dice che perdoni la confidenza. Le manda questo mazzo di candele, questo cartoccio di caffè d'Alessandria vero, un vaso di tè e questi sei pani di zucchero, acciò se ne serva e goda il tutto per amor suo.
Colombina - Così ancora i candelieri e la guantiera?
Toffolo - E i candelieri e la guantiera glieli manda, acciò se ne serva alla conversazione, e con suo comodo glieli renderà.
Donna Eleonora - Ringraziatelo intanto per parte mia, che poi in voce farò le mie parti.
Toffolo - Quella giovane, prendete. (a Colombina)
Colombina - Bene, bene, date qui. (pone il bacile sul tavolino)
Donna Eleonora - Sono molto tenuta alle finezze del signor Anselmo.
Toffolo - Servitor umilissimo. (parte)
Donna Eleonora - Presto, accomoda le candele sui candelieri.
Colombina - Eccomi lesta come un gatto. Picchiano. (Colombina accomoda le candele nei candelieri)
Colombina - Ora, che aspettino.
Donna Eleonora - Non senti? Tornano a picchiare.
Colombina - Venga la rabbia a chi picchia. Vi anderò, quando averò finito.
Donna Eleonora - Sei pur melensa.
Colombina - Ogni cosa vuole il suo tempo. Ecco ch'io vado.
Donna Eleonora - Venisse almeno alla conversazione anco don Rodrigo; forse non verrà per non esser criticato. Ma no, sarebbe meglio ch'egli venisse. Tutti sanno ch'egli mi favorisce, e schivando di venire in conversazione, parrebbe ch'egli volesse occultar le sue visite.