Atto, Scena

 1  1,   1|          secondariamente, nello stato in cui sono, l'unico mio
 2  1,   3| FULGENZIO: (Povera casa! In che stato sei tu ridotta!).~VITTORIA:
 3  1,   3|   disordinata del mondo. Mi era stato detto da qualcheduno che
 4  1,   5|         come un marito che mi è stato destinato dal cielo, che
 5  1,   5|          GIACINTA: Quello che è stato, è stato. Ha avuto la soddisfazione
 6  1,   5| GIACINTA: Quello che è stato, è stato. Ha avuto la soddisfazione
 7  1,   8|     Volea riverirla, e non mi è stato ancora permesso. A voi non
 8  2,   1|    ottomila scudi di dote nello stato miserabile in cui ora sono?
 9  2,   2|         isposa. Voi sapevate lo stato vostro, e chiamasi un tradimento,
10  2,   2| disperazione. Giacché sapete lo stato mio, movetevi a compassione
11  2,   4|        questo vecchio. Ma nello stato in cui siamo, convien credere
12  2,  11|         per riverirvi. Non mi è stato permesso. La cameriera vostra
13  3,   2|         ancora veduto. So che è stato qui; ma non l'ho ancora
14  3,   2|  maccheroni.~FULGENZIO: Io sono stato a Genova in vita di vostro
15  3,   6|        ho detto io, che sarebbe stato una caricatura? (A Rosina.)~
16  3,   8|          il signor Ferdinando è stato a pranzo da noi. Il signor
17  3,   9|      maritato?~FERDINANDO: Mi è stato detto da lui.~COSTANZA:
18  3,  12|       ch'io non soccomba. Ma lo stato mio lo richiede, la mia
19  3,  12|        verecondia. Passar dallo stato di libera a quello di maritata