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Carlo Goldoni Il teatro comico IntraText CT - Lettura del testo |
SUGGERITORE Quand'è così, starò anch'io a ricevere le sue grazie. (ad Orazio)
ORAZIO Sì signore, mi maraviglio. (il Suggeritore entra)
ANSELMO Sior Orazio, so che l'ha tanta bontà per mi, che no la me negherà una grazia.
ORAZIO Dite pure; in quel che posso, vi servirò.
LELIO (come sopra)
ANSELMO L'è qua el sior Lelio. El desidera de far el comico: el gh'ha del spirito, dell'abilità; sta compagnia la gh'ha bisogno d'un altro moroso; la me fazza sta finezza; la lo riceva in grazia mia.
ORAZIO Per compiacere il mio caro signor Anselmo, lo farei volentieri, ma chi mi assicura, che possa riuscire?
ANSELMO Fermo cusì, provemolo. Se contentela sior Lelio, de far una piccola prova?
LELIO Sono contentissimo. Mi rincresce, che ora non posso, mentre non avendo bevuto la cioccolata, sono di stomaco, e di voce un poco debole.
ORAZIO Faremo così; torni dopo pranzo, e si proverà.
LELIO Ma frattanto dove avrei io d'andare?
ORAZIO Vada a casa, poi torni.
ORAZIO Ma dove è alloggiato?
ORAZIO Quant'e, che è in Venezia?
ORAZIO E dove ha mangiato ieri?
LELIO Né ieri, né stamattina.
ORAZIO Ma dunque come farà...
EUGENIO Signor poeta, venga a pranzo dal capo di compagnia.
LELIO Riceverò le sue grazie, signor capo; perché questi appunto sono gl'incerti de' poeti.
ORAZIO Io non la ricevo per poeta, ma per comico.
PETRONIO Venga, venga, signore, questo è un incerto anco dei comici quando si fa la prova.
ORAZIO Oh mi perdoni! Mi tornerebbe un bel conto.
LELIO Questa è fatta, non se ne parla più. Oggi vedrà la mia abilità.
PETRONIO E la principieremo a vedere alla tavola.