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Carlo Goldoni La locandiera IntraText CT - Lettura del testo |
CONTE: Che c'è? (Sulla porta.)
MARCHESE: Che rumore è questo? (Sulla porta.)
FABRIZIO: Signori, li prego: il signor Cavaliere di Ripafratta vuole sforzare quella porta. (Piano, che il Cavaliere non senta.)
CAVALIERE: Aprimi, o la getto abbasso. (Di dentro.)
MARCHESE: Che sia diventato pazzo? Andiamo via. (Al Conte.)
CONTE: Apritegli. (A Fabrizio.) Ho volontà per appunto di parlar con lui.
FABRIZIO: Aprirò; ma le supplico...
CONTE: Non dubitate. Siamo qui noi.
MARCHESE: (Se vedo niente niente, me la colgo). (Da sé.)
(Fabrizio apre, ed entra il Cavaliere.)
CAVALIERE: Giuro al cielo, dov'è?
FABRIZIO: Chi cercate, signore?
CAVALIERE: Mirandolina dov'è?
MARCHESE: (L'ha con Mirandolina. Non è niente). (Da sé.)
CAVALIERE: Scellerata, la troverò. (S'incammina, e scopre il Conte e il Marchese.)
CONTE: Con chi l'avete? (Al Cavaliere.)
MARCHESE: Cavaliere, noi siamo amici.
CAVALIERE: (Oimè! Non vorrei per tutto l'oro del mondo che nota fosse questa mia debolezza). (Da sé.)
FABRIZIO: Che cosa vuole, signore, dalla padrona?
CAVALIERE: A te non devo rendere questi conti. Quando comando, voglio esser servito. Pago i miei denari per questo, e giuro al cielo, ella avrà che fare con me.
FABRIZIO: V.S. paga i suoi denari per essere servito nelle cose lecite e oneste: ma non ha poi da pretendere, la mi perdoni, che una donna onorata...
CAVALIERE: Che dici tu? Che sai tu? Tu non entri ne' fatti miei. So io quel che ho ordinato a colei.
FABRIZIO: Le ha ordinato di venire nella sua camera.
CAVALIERE: Va via, briccone, che ti rompo il cranio.
FABRIZIO: Mi meraviglio di lei.
MARCHESE: Zitto. (A Fabrizio.)
CONTE: Andate via. (A Fabrizio.)
CAVALIERE: Vattene via di qui. (A Fabrizio.)
FABRIZIO: Dico, signore... (Riscaldandosi.)
CONTE: Via. (Lo cacciano via.)
FABRIZIO: (Corpo di bacco! Ho proprio voglia di precipitare). (Da sé, parte.)