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Carlo Goldoni La locandiera IntraText CT - Lettura del testo |
FABRIZIO: La padrona or ora sarà a servirle.
FABRIZIO: Ed io le supplico a comandarmi. Ho servito altre dame: mi darò l'onor di servir con tutta l'attenzione anche le signorie loro illustrissime.
ORTENSIA: Occorrendo, mi varrò di voi.
DEJANIRA: (Ortensia queste parti le fa benissimo). (Da sé.)
FABRIZIO: Intanto le supplico, illustrissime signore, favorirmi il loro riverito nome per la consegna. (Tira fuori un calamaio ed un libriccino.)
DEJANIRA: (Ora viene il buono).
ORTENSIA: Perché ho da dar il mio nome?
FABRIZIO: Noialtri locandieri siamo obbligati a dar il nome, il casato, la patria e la condizione di tutti i passeggeri che alloggiano alla nostra locanda. E se non lo facessimo, meschini noi.
DEJANIRA: (Amica, i titoli sono finiti). (Piano ad Ortensia.)
ORTENSIA: Molti daranno anche il nome finto.
FABRIZIO: In quanto a questo poi, noialtri scriviamo il nome che ci dettano, e non cerchiamo di più.
ORTENSIA: Scrivete. La Baronessa Ortensia del Poggio, palermitana.
FABRIZIO: (Siciliana? Sangue caldo). (Scrivendo.) Ella, illustrissima? (A Dejanira.)
DEJANIRA: Ed io... (Non so che mi dire).
ORTENSIA: Via, Contessa Dejanira, dategli il vostro nome.
FABRIZIO: Vi supplico. (A Dejanira.)
DEJANIRA: Non l'avete sentito? (A Fabrizio.)
FABRIZIO: L'illustrissima signora Contessa Dejanira... (Scrivendo.) Il cognome?
DEJANIRA: Anche il cognome? (A Fabrizio.)
ORTENSIA: Sì, dal Sole, romana. (A Fabrizio.)
FABRIZIO: Non occorr'altro. Perdonino l'incomodo. Ora verrà la padrona. (L'ho io detto, che erano due dame? Spero che farò de' buoni negozi. Mancie non ne mancheranno). (Parte.)
DEJANIRA: Serva umilissima della signora Baronessa.
ORTENSIA: Contessa, a voi m'inchino. (Si burlano vicendevolmente.)
DEJANIRA: Qual fortuna mi offre la felicissima congiuntura di rassegnarvi il mio profondo rispetto?
ORTENSIA: Dalla fontana del vostro cuore scaturir non possono che torrenti di grazie.