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Carlo Goldoni
La locandiera

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ATTO SECONDO

 

Scena Prima. Il Cavaliere ed il suo Servitore, poi Fabrizio

 

Camera del Cavaliere, con tavola apparecchiata per il pranzo e sedie.

 

Il Cavaliere passeggia con un libro. Fabrizio mette la zuppa in tavola.

 

FABRIZIO: Dite al vostro padrone, se vuol restare servito, che la zuppa è in tavola. (Al Servitore.)

SERVITORE: Glielo potete dire anche voi. (A Fabrizio.)

FABRIZIO: È tanto stravagante, che non gli parlo niente volentieri.

SERVITORE: Eppure non è cattivo. Non può veder le donne, per altro cogli uomini è dolcissimo.

FABRIZIO: (Non può veder le donne? Povero sciocco! Non conosce il buono). (Da sé, parte.)

SERVITORE: Illustrissimo, se comoda, è in tavola.

(Il Cavaliere mette giù il libro, e va a sedere a tavola.)

CAVALIERE: Questa mattina parmi che si pranzi prima del solito. (Al Servitore, mangiando.)

(Il Servitore dietro la sedia del Cavaliere, col tondo sotto il braccio.)

SERVITORE: Questa camera è stata servita prima di tutte. Il signor Conte d'Albafiorita strepitava che voleva essere servito il primo, ma la padrona ha voluto che si desse in tavola prima a V.S. illustrissima.

CAVALIERE: Sono obbligato a costei per l'attenzione che mi dimostra.

SERVITORE: È una assai compita donna, illustrissimo. In tanto mondo che ho veduto, non ho trovato una locandiera più garbata di questa.

CAVALIERE: Ti piace, eh? (Voltandosi un poco indietro.)

SERVITORE: Se non fosse per far torto al mio padrone, vorrei venire a stare con Mirandolina per cameriere.

CAVALIERE: Povero sciocco! Che cosa vorresti ch'ella facesse di te? (Gli il tondo, ed egli lo muta.)

SERVITORE: Una donna di questa sorta, la vorrei servir come un cagnolino. (Va per un piatto.)

CAVALIERE: Per bacco! Costei incanta tutti. Sarebbe da ridere che incantasse anche me. Orsù, domani me ne vado a Livorno. S'ingegni per oggi, se può, ma si assicuri che non sono sì debole. Avanti ch'io superi l'avversion per le donne, ci vuol altro.

 




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