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Carlo Goldoni
Ircana in Ispaan

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Scena Quinta. Ircana dalla porta con due soldati e detti

 

OSMANO: Non si risponde a tuono a quel che Osman vi chiede.

Fatima di chi è sposa?

TAMAS: Del padre mio l'erede

Fatima sarà meco...

IRCANA: Tamas il ver non taccia:

Il destin della figlia pubblichi al padre in faccia.

Non giungavi il timore ad avvilir così. (a Tamas, ad Alì)

Osman, Tamas è mio. Della tua figlia è Alì.

OSMANO: Tanto saper mi basta, superbe anime ardite! (sfodera la spada)

IRCANA: Lascia a me questo ferro.(prende la spada ad uno dei suoi soldati)

TAMAS: Da quelle soglie uscite.(verso la porta)

 (Alì e Tamas sfodrano la spada e si pongono in difesa, ed i soldati principiano a uscir dalla porta in ordine di battaglia)

UN SOLDATO: Ah signor, siam perduti; del Re le guardie pronte

Ci assaliscono a tergo, e gl'inimici a fronte.

OSMANO: Non paventate, amici, fin che vi regge Osmano.

IRCANA: Ceda quest'uomforte.

OSMANO: No, tu lo speri invano.(S’attaccano i soldati di Tamas con quelli di Osmano, quali assaliti alle spalle dalle guardie sono obbligati difendersi da due parti. S’attaccano patimenti Tamas, Alì, ed Ircana contro Osmano, ed i seguaci,e combattendo si avviano tutti e lasciano la scena vuota.)

 




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