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Carlo Goldoni
Ircana in Ispaan

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Scena Seconda. Machmut, poi Bulganzar e Vajassa

 

MACHMUT: Miseri genitori! usasi ogni arte, ogni opra,

Che la ragion nei figli folle passion non copra;

Sdegni, castighi ed onte lor si minaccia e intima,

Ma dopo il fallo ancora parla l'amor di prima.

Padre se stesso inganna, se disamar procura:

Vince ogni sdegno alfine l'affetto e la natura.

BULGANZAR: Signor, per le tue donne trovata ho una custode

Che merita ogni stima, che merita ogni lode.

Vecchia, ma non schifosa, non pazza e non ingorda;

Non ha che un sol difetto, è un poco un poco sorda.

MACHMUT: Dov'è costei?

BULGANZAR: Ti accosta. (a Vajassa)

VAJASSA: Cosa dici?

BULGANZAR: Ti accosta.

 (le fa cenno che venga innanzi)

 

VAJASSA: (Si avanza)

MACHMUT: Sei tartara, o persiana?

BULGANZAR: Via, non gli dai risposta?

VAJASSA: Cosa ha detto?

BULGANZAR: Se sei di Persia o Tartaria. (forte)

VAJASSA: Oh son di più lontano. Son nata in Barbaria.

MACHMUT: Come in Persia venuta?

VAJASSA: In Persia, signor sì.

MACHMUT: Il tuo nome?

VAJASSA: Trent'anni saran ch'io sono qui.

BULGANZAR: Il tuo nome ti chiede. (forte)

VAJASSA: Vajassa è il nome mio;

Avvezza a custodire le femmine son io.

Sotto di me le schiave riescono brave e buone,

E fo che soprattutto rispettino il padrone.

Se mormorar vorranno... l'occhio terrò attentissimo,

E se parleran piano, le sentirò benissimo.

MACHMUT: Credo di no.

VAJASSA: Che ha detto? (a Bulganzar)

BULGANZAR: Che non gli par.

VAJASSA: Che dici?

BULGANZAR: Che sei sorda. (forte)

VAJASSA: Va, pazzo; ho due orecchie felici.

MACHMUT: Fin che troviam di meglio, costei resti all'uffizio.(a Bulganzar)

VAJASSA: Cosa dice? (a Bulganzar)

BULGANZAR: Ti ferma custode al suo servizio. (forte)

VAJASSA: Sì, signor, per servizio anch'io la grazia accetto,

E della mia custodia vedrete il buon effetto.

Non lascierò venire nessun, fin ch'io ci sono:

Tu pur ti farò stare lontan, poco di buono; (a Bulganzar)

Perché voi altri eunuchi, se altro mal non ci fate,

L'odore di bestiaccia là dentro ci portate.

MACHMUT: Sien da costei per ora le donne custodite;

Di te per cenno mio di ciò sieno avvertite.(a Bulganzar)

Di sordità il difetto soffribile è in costei,

Se abilità s'accoppia e fedeltate in lei. (parte)

 




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