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Carlo Goldoni
La sposa persiana

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Scena Nona. Curcuma, poi Ircana

 

CURCUMA Sì? Saprò vendicarmi. A me? Non son chi sono,

Se tu non me la paghi; mai più te la perdono.

IRCANA Dimmi: è colei la sposa?

CURCUMA Sì.

IRCANA Che ti pare? è bella?

CURCUMA Con voi sembra un vapore in faccia di una stella.

IRCANA Come è vezzosa?

CURCUMA Niente.

IRCANA Parla bene?

CURCUMA Nemmeno.

Altro non ha di bello, che delle gioie al seno.

IRCANA Delle gemme non parlo; il viso?

CURCUMA Scolorito.

Altro non ha di bello, che delle gemme in dito.

IRCANA Posso io dunque sperare, che Tamas la disprezzi?

CURCUMA Sì, quando egli le gemme non preferisca ai vezzi.

IRCANA Tamas gioie non cura.

CURCUMA Ma sono belle assai.

IRCANA Di me parlotti forse?

CURCUMA Parlommi, e m’irritai.

IRCANA Che disseti l’audace?

CURCUMA Ch’ella è la sposa, e voi

Dovete obbedïente servire a’ cenni suoi.

IRCANA Tamas dov’è?

CURCUMA Nol vidi.

IRCANA Cercalo, o cielo! io fremo.

Obbedirla? servirla? Curcuma, io sudo, io tremo.

CURCUMA Le dissi...

IRCANA Eccolo: parti.

CURCUMA Dissi, che voi...

IRCANA T’invola.

CURCUMA Voi siete la padrona...

IRCANA Va’ via, lasciami sola.

CURCUMA Affé, se avrà il coraggio d’alzar la testa un poco...

Vo’ a porre in questo punto le pentoline al foco (parte).

 




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