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Carlo Goldoni Pamela nubile IntraText CT - Lettura del testo |
ISAC. Signore. Milord Artur. (Isacco parte)
BON. Venga. Che belle massime! Che nobili sentimenti! Oh me felice! Oh fortunato amor mio! Deh, caro amico, venite a parte delle mie contentezze. (ad Artur)
ART. Fate che io le sappia, per potermene rallegrare.
BON. Fra poco voi mi vedrete sposar Pamela.
ART. Vi riverisco. (vuol partire)
ART. Voi vi prendete spasso di me.
BON. Ah, caro amico, ascoltatemi. Io son l'uomo più felice di questa terra. Ho scoperto un arcano, che m'ha data la vita. Pamela è figlia d'un cavaliere di Scozia.
ART. Non vi lasciate adulare dalla passione.
BON. Non è possibile. Il padre suo a me si scoprì, ed eccone gli attestati autenticati da due lettere di vostro padre. (gli fa vedere le carte)
ART. Come! il conte d'Auspingh?
BON. Sì, un amico del vostro buon genitore. Siete forse dei di lui casi informato?
ART. Tutto mi è noto. Mio padre faticò tre anni per ottenergli il perdono, e pochi giorni prima della sua morte uscir doveva il favorevol rescritto.
BON. Oh cieli! Il conte ha ottenuta la grazia?
ART. Sì, non manca che farne spedire il decreto dal segretario di Stato. Ciò rilevai da una lettera di mio padre non terminata, ma non potei avvisar il Conte, essendomi ignoto il luogo di sua dimora.
BON. Ah! questo solo mancava per rendermi pienamente felice.
ART. Or sì, che giustamente sono eccitato a rallegrarmi con voi.
BON. Ecco felicitato il mio cuore.
ART. Ecco premiata la vostra virtù.
BON. La virtù di Pamela, che ha saputo resistere alle mie tentazioni.
ART. La virtù vostra, che ha saputo superare le vostre interne passioni; ma ora che siete vicino ad esser contento, calmerete lo sdegno vostro contro il cavaliere Ernold che vi ha offeso?
ART. Egli è pentito d'avervi pazzamente irritato.
BON. Ha insultato me, ha insultato Pamela.