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Carlo Goldoni
Pamela nubile

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Scena Quarta. Madama Jevre e detto

 

JEV. Eccomi.

BON. Avete veduta Pamela?

JEV. Che le avete fatto, che piange?

BON. Un male assai grande. Le ho donato un anello.

JEV. Dunque piangerà d'allegrezza.

BON. No; piange per verecondia.

JEV. Questa sorta di lagrime in oggi si usa poco.

BON. Jevre, io amo Pamela.

JEV. Me ne sono accorta.

BON. Vi pare che Pamela lo sappia?

JEV. Non so che dire; ho qualche sospetto.

BON. Come parla di me?

JEV. Con un rispetto che par tenerezza.

BON. (ridente) Cara Pamela!

JEV. Ma è tant'onesta, che non si saprà niente di più.

BON. Parlatele.

JEV. Come?

BON. Fatele sapere ch'io le voglio bene.

JEV. La governatrice vien rimunerata col titolo di mezzana?

BON. Non posso vivere senza Pamela.

JEV. La volete sposare?

BON. No.

JEV. Ma dunque cosa volete da lei?

BON. Che mi ami, come io l'amo.

JEV. E come l'amate?

BON. Orsù, trovate Pamela. Ditele che l'amo, che voglio essere amato. Fra un'ora al più v'attendo colla risposta. (parte)

JEV. Fra un'ora al più? Sì, queste sono cose da farsi così su due piedi! Ma che farò? Parlerò a Pamela? Le parlerò in favor di Milord; o per animarla ad esser savia e dabbene? Se disgusto il padrone, io perdo la mia fortuna; se lo secondo, faccio un'opera poco onesta. Ci penserò; troverò forse la via di mezzo, e salverò, potendo, l'onore dell'una, senza irritare la passione dell'altro. (parte)

 

 




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