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Carlo Goldoni
Pamela nubile

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Scena Diciassettesima. Pamela sola

 

Tutti i momenti ch'io resto in questa casa, sono oramai colpevoli e ingiuriosi alla mia onestà. Il mio padrone ha rilasciato il freno alla sua passione. Egli mi perseguita, e mi conviene fuggire. Oh Dio! È possibile ch'ei non possa mirarmi, senza pensare alla mia rovina? Dovrò partire da questa casa, dove ho principiato a gustare i primi doni della fortuna? Dovrò lasciare madama Jevre, che mi ama come una figlia? Non vedrò più monsieur Longman, quell'amabile vecchio che io venero come padre? Mi staccherò dalle serve, dai servitori di questa famiglia, che mi amano come fratelli? Oh Dio! Lascerò un sì gentile padrone, un padrone ripieno di tante belle virtù? Ma no, il mio padrone non è più virtuoso; egli ha cambiato il cuore; è divenuto un uomo brutale, ed io lo devo fuggire. Lo fuggirò con pena, ma pure lo fuggirò. Se Miledi continua a volermi, io starò seco finché potrò. Renderò di tutto avvisato mio padre, e ad ogni evento andrò a vivere con esso lui nella nativa mia povertà. Sfortunata Pamela! Povero il mio padrone! (piange)

 

 




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