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Carlo Goldoni Le avventure della villeggiatura IntraText CT - Lettura del testo |
Sala terrena in casa di Filippo, con tavolini da gioco, sedie, canapè ecc. Gran porta aperta nel fondo, per dove si passa nel giardino.
BRIGIDA: Venite, venite, che tutti dormono.
PAOLINO: Anche da noi non è molto che si son coricati.
TITA: E le mie padrone non c'è dubbio che si sveglino per tre ore almeno.
BELTRAME: Se vegliano tutta la notte, bisogna che dormano il giorno.
PAOLINO: E voi, signora Brigida, come avete fatto a levarvi sì di buon'ora?
BRIGIDA: Oh! io ho dormito benissimo. Quando ha principiato la conversazione, io sono andata a dormire. Hanno giocato, hanno cenato, hanno ritornato a giocare, ed io me la godeva dormendo. A giorno la padrona mi ha fatto chiamare; mi sono alzata, l'ho spogliata, l'ho messa a letto, ho serrata la camera, e mi sono bravamente vestita. Ho fatto una buona passeggiata in giardino, ho raccolto i miei gelsomini, e ho goduto il maggior piacere di questo mondo.
PAOLINO: Così veramente qualche cosa si gode. Ma che cosa godono i nostri padroni?
BRIGIDA: Niente. Per loro la città e la villa è la stessa cosa. Fanno per tutto la medesima vita.
PAOLINO: Non vi è altra differenza, se non che in campagna trattano più persone, e spendono molto più.
BRIGIDA: Orsù, questa mattina voglio aver anch'io l'onore di trattare i miei cavalieri. (Scherzando.) Come volete essere serviti? Volete caffè, cioccolata, bottiglia? Comandate.
PAOLINO: Io prenderò piuttosto la cioccolata.
TITA: Anch'io cioccolata.
BELTRAME: Ed io un bicchiere di qualche cosa di buono.
BRIGIDA: Volentieri; vi servo subito. (In atto di partire.)
TITA: Ehi! la cioccolata io non la prendo senza qualche galanteria. (A Brigida.)
PAOLINO: La signora Brigida sa ben ella quel che va fatto.
BRIGIDA: Già della roba ce n'è, già la consumano malamente; è meglio che godiamo qualche cosa anche noi. (Parte.)