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Carlo Goldoni Le avventure della villeggiatura IntraText CT - Lettura del testo |
BRIGIDA: Qui, qui, signor Paolino. Fermiamoci qui, che godremo un poco di fresco.
PAOLINO: Ma se il padrone mi cerca, e non mi trova...
BRIGIDA: Ora sono tutti in sala a pigliare il caffè. Dopo il caffè si metteranno a giocare. State un poco con me, se non vi dispiace la mia compagnia.
PAOLINO: Cara signora Brigida, la vostra compagnia mi è carissima.
BRIGIDA: Propriamente desiderava di star con voi mezz'oretta.
PAOLINO: Bisogna poi dire la verità, in campagna si possono trovare più facilmente dei buoni momenti, delle ore libere, dei siti comodi per ritrovarsi a quattr'occhi.
BRIGIDA: Li trovano le padrone e i padroni? Li possiamo trovare anche noi.
PAOLINO: Sì, è vero, nascono in villa di quegli accidenti, che non nascerebbono facilmente in città.
BRIGIDA: N'è nato uno alla mia padrona degli accidenti, che dubito se ne voglia ricordar per un pezzo.
PAOLINO: Che cosa le è accaduto?
BRIGIDA: Mi dispiace che non posso parlare; del resto sentireste delle cose da far arricciar i capelli.
PAOLINO: Qualche cosa certo convien dir che sia nato. Il mio padrone è agitatissimo; la signora Giacinta pare stordita. Io sono stato dietro di loro, come sapete, a servire a tavola; e so che in tutti e due non hanno mangiato un'oncia di roba.
BRIGIDA: E chi era dall'altra parte della mia padrona?
BRIGIDA: Maladetto colui! non la vuol finire. Vuol essere la rovina di questa casa.
PAOLINO: Vi è qualche imbroglio forse fra lui e la vostra padrona?
BRIGIDA: Eh! no, non c'è niente. E la signora Vittoria dov'era?
PAOLINO: Vicino anch'essa al signor Guglielmo.
BRIGIDA: Guardate che galeotto! Andarsi a mettere in mezzo di tutte e due.
PAOLINO: Di quando in quando con quella sua patetichezza diceva qualche parola alla signora Giacinta; ma non ho potuto capire.
BRIGIDA: Se n'è accorto il signor Leonardo?
PAOLINO: Una volta mi pare di sì. Tant'è vero, che nel darmi il tondo da mutare, l'ha fatto con tal dispetto, che ha urtato nella spalla della signora Giacinta, e le ha un poco macchiato l'abito.
BRIGIDA: Le ha macchiato l'abito nuovo? Avrà dato nelle furie la mia padrona.
PAOLINO: No, no, se l'è passata con somma disinvoltura.
BRIGIDA: È molto; si vede bene che qualche cosa le sta nel cuore più dell'abito.
PAOLINO: Anzi il padrone la volea ripulire, ed ella non ha voluto.
BRIGIDA: Eppure la pulizia è la sua gran passione. Oh povera fanciulla! È fuor di sé propriamente.
PAOLINO: Ci gioco io, che l'occasione ed il comodo l'ha fatta innamorare del signor Guglielmo.
BRIGIDA: Eh! via, che diavolo dite? Vi pare? Non è ella promessa al signor Leonardo? Non ci sono dei discorsi fra il signor Guglielmo e la signora Vittoria?
PAOLINO: Oh! io credo che la mia padrona si lusinghi assai male. Non faceva a tavola che tormentar il signor Guglielmo, ed egli non le dava risposta, non le badava nemmeno.
BRIGIDA: E parlava colla mia padrona?
PAOLINO: Sì, qualche volta colla bocca, e qualche volta col gomito, e qualche volta coi piedi.
BRIGIDA: Cospetto di bacco! Se fossi stata lì io, dove eravate voi, non so se mi sarei tenuta di dargli il tondo sul capo.
PAOLINO: Vedete? Se non ci fossero delle cose fra loro, non ci sarebbe bisogno che deste voi in queste smanie.
BRIGIDA: Orsù, parliamo d'altro. La vecchia sarà stata vicina a quel drittaccio di Ferdinando.
PAOLINO: Sì, certo; e non faceva che dirgli delle cosette tenere ed amorose, ed egli mangiava, o piuttosto divorava, che pareva fosse digiuno da quattro giorni.
BRIGIDA: E la povera padrona non mangiava niente?
PAOLINO: Come poteva ella mangiare, s'era lì angustiata fra lo sposo e l'amante?
BRIGIDA: Eh! via, lasciamo questi discorsi. Come si sono portate a tavola la signora Costanza e la signora Rosina?
PAOLINO: Eh! non si sono portate male; ma chi ha fatto bene la parte sua, quasi quanto il signor Ferdinando, è stato quella cara gioia del signor Tognino.
BRIGIDA: Era vicino alla sua Rosina?
PAOLINO: Ci s'intende, e come se la godevano! Hanno sempre parlato sottovoce fra loro due, che era una cosa che faceva male allo stomaco.
BRIGIDA: Anche quello è un matrimonio vicino.
PAOLINO: Per quel che si vede.
BRIGIDA: Anche quella è un'amicizia fatta in villeggiatura. Se la signora Rosina non veniva qui, difficilmente in Livorno si sarebbe maritata, ed io, in tanti anni che ci vengo, sono ancora così. Convien dire, o che non abbia alcun merito, o che sia sfortunata.
PAOLINO: Signora Brigida, avete desiderio di maritarvi?
BRIGIDA: Ho anch'io quel desiderio che hanno tutte le fanciulle che non si vogliono ritirare dal mondo.
PAOLINO: Quando si vuole, si trova.
BRIGIDA: Per me, so che non l'ho ancora trovato; eppure son giovane. Bella non sono, ma non mi pare di esser deforme: dell'abilità ne ho quant'un'altra, e forse più di tant'altre. Per dote, fra denari e roba, tre o quattrocento scudi non mi mancano. Eppure nessun mi cerca, e nessun mi vuole.
PAOLINO: Mi dispiace che devo andar via, per altro vi direi qualche cosa su questo proposito.
BRIGIDA: Dite, dite, non mi lasciate con questa curiosità.
PAOLINO: È peccato che perdiate così il vostro tempo.
BRIGIDA: Avreste qualche cosa voi da propormi?
PAOLINO: Avrei io... ma...
BRIGIDA: Ma che?
PAOLINO: Non so se fosse di vostro genio.
BRIGIDA: Quando non ho da prendere un galantuomo, un uomo proprio e civile come siete voi, voglio star piuttosto così come sono.
PAOLINO: Signora Brigida, ci parleremo.
BRIGIDA: Questa sera, in tempo della conversazione.
PAOLINO: Sì, avremo quanto tempo vorremo. Verrò da voi, verremo qui nel boschetto.
BRIGIDA: Oh! di notte poi nel boschetto...
PAOLINO: Via, via, ho detto così per ischerzo. Son galantuomo, fo stima di voi, e spero che le cose anderanno bene.
BRIGIDA: Voi mi consolate a tal segno...
PAOLINO: Addio, addio. A questa sera (Parte.)
BRIGIDA: Chi sa che la campagna in quest'anno non produca qualche cosa di buono ancora per me? (Parte.)