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Carlo Goldoni Le avventure della villeggiatura IntraText CT - Lettura del testo |
TOGNINO: Padrone, ben levate. Cosa fanno? Stanno bene? Me ne consolo.
ROSINA: Buon giorno, signor Tognino.
FERDINANDO: Signor Tognino carissimo, ho l'onor di protestarle la mia umilissima servitù. (Con caricatura.)
TOGNINO: Padrone. (Salutando Ferdinando.)
COSTANZA: Avete dormito bene la scorsa notte?
TOGNINO: Signora sì.
ROSINA: Vi ha fatto male la cena?
TOGNINO: Oh male! Perché male? Non mi ha fatto niente male.
FERDINANDO: E poi, se gli avesse fatto male, non sa egli di medicina? Non saprebbe egli curarsi?
TOGNINO: Signor sì, che saprei curarmi.
FERDINANDO: A un uomo che avesse mangiato troppo, che si sentisse aggravato lo stomaco, che cosa ordinereste voi, signor Tognino?
ROSINA: Oh! egli non è ancor medico; e non è obbligato a saper queste cose.
TOGNINO: Signora sì, ch'io lo so.
FERDINANDO: Egli lo sa, signora mia, egli lo sa benissimo, e voi, compatitemi, gli fate torto, e non avete di lui quella stima ch'ei merita. Dite a me, signor Tognino, che cosa gli ordinereste?
TOGNINO: Gli ordinerei della cassia, e della manna, e della sena, e del cremor di tartaro, e del sal d'Inghilterra.
COSTANZA: Cioè, o una cosa, o l'altra.
FERDINANDO: E tutto insieme, se ve ne fosse bisogno.
TOGNINO: E tutto insieme, se ve ne fosse bisogno.
FERDINANDO: Bravo; evviva il signor dottorino.
ROSINA: Orsù, mutiamo discorso.
COSTANZA: A che ora è partito vostro signor padre? (A Tognino.)
TOGNINO: Quando è partito, io dormiva. Non so che ora fosse.
COSTANZA: Non ve l'hanno detto in casa a che ora è partito?
TOGNINO: Me l'hanno detto, ma non me ne ricordo.
FERDINANDO: (Spiritosissima creatura!).
ROSINA: E quando credete ch'egli ritorni?
TOGNINO: Io credo che ritornerà, quando avrà finito di fare quello che deve fare.
FERDINANDO: Non c'è dubbio. Dice benissimo. In quell'età, pare impossibile ch'ei sappia dir tanto.
ROSINA: Orsù, signore, gliel'ho detto e glielo torno a dire: guardi se stesso, e non istia a corbellare. (A Ferdinando.)
TOGNINO: Mi corbella il signor Ferdinando? (A Ferdinando.)
COSTANZA: Ditemi. Avete fatto colezione? (A Tognino.)
TOGNINO: Io no, sono venuto qui a farla.
ROSINA: Ed io v'ho aspettato, e la faremo insieme.
FERDINANDO: Ma! è fortunato il signor Tognino.
TOGNINO: Perché fortunato?
FERDINANDO: Perché fa spasimar le fanciulle.
COSTANZA: Lasciamo andare questi discorsi. (A Ferdinando.)
ROSINA: (Povero il mio Tognino, non gli badate). (Piano a Tognino.)
TOGNINO: (Quando sarete mia, per casa non ce lo voglio). (Piano a Rosina, e battendo i piedi.)
FERDINANDO: Che cosa ha il signor Tognino?
COSTANZA: Lasciatelo stare.
FERDINANDO: Ma io gli voglio bene.
TOGNINO: E a me non importa niente del vostro bene. (Gli fa uno sgarbo.)
FERDINANDO: Grazioso, amabile, delizioso!