Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
Carlo Goldoni Le smanie per la villeggiatura IntraText CT - Lettura del testo |
VITTORIA: (Povera me, in che condizione miserabile che mi trovo! Non son padrona di me; ho da dipendere dal fratello. Non veggo l'ora di maritarmi; niente per altro, che per poter fare a mio modo).
FERDINANDO: Ditemi in confidenza, signora, se si può dire: che cosa vi mette in dubbio di partire o di non partire?
VITTORIA: Sei tu stato dalla signora Giacinta?
VITTORIA: E che cosa faceva?
VITTORIA: (Oh maledizione! Se non ho il mio, non parto assolutamente).
FERDINANDO: (E che sì, ch'ella pure vorrebbe un vestito nuovo, e non ha denari per farselo? Già tutti lo dicono: fratello e sorella sono due pazzi. Spendono più di quello che possono, e consumano in un mese a Montenero quello che basterebbe loro un anno in Livorno).
VITTORIA: E com'è quest'abito della signora Giacinta?
CECCO: Per dir la verità, non ci ho molto badato, ma credo sia un vestito da sposa.
VITTORIA: Da sposa? Hai tu sentito dire, che si faccia la sposa?
CECCO: Non l'ho sentito dire precisamente. Ma ho inteso una parola francese, che ha detto il sarto, che mi par di capirla.
VITTORIA: Intendo anch'io il francese. Che cosa ha detto?
VITTORIA: (Ah! sì, ora ho capito; si fa ella pure il mariage: mi pareva impossibile che non lo facesse). Dov'è Berto? Guarda, se trovi Berto. Se non c'è, corri dal mio sartore, digli che assolutamente, in termine di tre ore, vo' che mi porti il mio mariage.
CECCO: Mariage non vuol dir matrimonio?
VITTORIA: Il diavolo, che ti porti. Va subito, corri. Fa quel che ti dico, e non replicare.
CECCO: Sì, signora, subito corro. (Parte.)