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Carlo Goldoni
Le smanie per la villeggiatura

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Scena Quarta. Leonardo, poi Vittoria

 

LEONARDO: È un buon uomo, amoroso, fedele; dice che farà, se credesse di far col suo. Ma m'immagino già che quel che ora è suo, una volta sarà stato mio. Frattanto vo' rimettere in ordine il mio baule.

VITTORIA: Orsù, signor fratello, vengo a dirvi liberamente che da questa stagione in Livorno non ci sono mai stata, e non ci voglio stare, e voglio andare in campagna. Ci va la signora Giacinta, ci vanno tutti, e ci voglio andar ancor io. (Con caldo.)

LEONARDO: E che bisogno c'è che mi venite ora a parlare con questo caldo?

VITTORIA: Mi scaldo, perché ho ragione di riscaldarmi, e andrò in campagna con mia cugina Lugrezia e con suo marito.

LEONARDO: E perché non volete venire con me?

VITTORIA: Quando?

LEONARDO: Oggi.

VITTORIA: Dove?

LEONARDO: A Montenero.

VITTORIA: Voi?

LEONARDO: Io.

VITTORIA: Oh!

LEONARDO: Sì, da galantuomo.

VITTORIA: Mi burlate?

LEONARDO: Dico davvero.

VITTORIA: Davvero, davvero?

LEONARDO: Non vedete ch'io fo il baule?

VITTORIA: Oh! fratello mio, come è stata?

LEONARDO: Vi dirò: sappiate che il signor Fulgenzio...

VITTORIA: Sì, sì, mi racconterete poi. Presto, donne, dove siete? Donne, le scatole, la biancheria, le scuffie, gli abiti, il mio mariage. (Parte.)




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