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Carlo Goldoni La casa nova IntraText CT - Lettura del testo |
Fabrizio: Non sanno niente costoro.
Anzoletto: Credème che i me fa deventar matto. Se spende, se spende, e no se fa gnente.
Fabrizio: Sono passato dalla cucina, e ho veduto che si lavora.
Anzoletto: Sior sì, disno qua ancuo.
Fabrizio: Farete il desinare ai parenti.
Anzoletto: Sior sì, a qualche parente, a qualche amigo.
Fabrizio: Io non sono nel numero dei vostri amici.
Anzoletto: Anzi, se volè favorir, sè patron.
Fabrizio: Sì. Ho piacere di trovarmi in compagnia della vostra signora. È una giovane che ha un grande spirito.
Anzoletto: Sior sì, qualche volta un pochetto troppo.
Fabrizio: Vi dolete, ch'ella sia spiritosa?
Anzoletto: Lassemo andar sto discorso. Ve ringrazio, che m'abbiè suggerio la cossa della tramontana.
Fabrizio: Caro amico, mi preme tanto la vostra salute; e poi la vostra sposa ci avrebbe anch'essa patito.
Anzoletto: In quanto po a mia muggier, la xè tanto difficile da contentar, che no so come che l'abbia da esser.
Fabrizio: (guardando verso la scena) Chi è questa signora?
Anzoletto: No la cognossè? Mia sorela.
Fabrizio: Ah sì, la signora Menichina. Capperi, la s'è fatta grande.
Fabrizio: Converrà che pensiate a maritarla.
Anzoletto: Caro vecchio, no me parlè de ste malinconie, che me fè vegnir mal.