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Carlo Goldoni
Il burbero benefico

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Scena Tredicesima. Piccardo, e detti

 

Piccardo: (a Dalancour) Signore...

Dalancour: È partito mio zio?

Piccardo: No signore, è disceso in giardino.

Dalancour: In giardino! A quest'ora?

Piccardo: Per lui è tutt'uno; quando è un poco in collera passeggia, va a prender aria.

Dorval: (a Dalancour) Vado a raggiungerlo.

Dalancour: Signore, io conosco mio zio: fa d'uopo lasciargli il ternpo di calmarsi. Conviene aspettarlo qui.

Dorval: Ma se partisse; se non tornasse più sopra?

Piccardo: (a Dorval) Perdonatemi, signore, egli non tarderà, molto a risalire. M'è noto il suo naturale: gli basta mezzo quarto d'ora. Vi so ben dire che sarà inoltre contentissimo di vedervi.

Dalancour: (vivamente) Ebbene! mio caro amico, passate nel suo appartamento. Fatemi il piacere di attenderlo.

Dorval: Volentieri. Comprendo benissimo quanto la vostra situazione è crudele; è d'uopo il porvi rimedio. Sì, gli parlerò per voi, ma con patto...

Dalancour: (vivamente) Io vi do la mia parola d'onore.

Dorval: Basta così. (entra nell'appartamento di Geronte)

 




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