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Carlo Goldoni
Il burbero benefico

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Scena Quarta. Madama Dalancour, e detti

 

Dalancour: (vedendo sua moglie) Ahi Madama...

Madama: (a Dalancour) Io vi attendeva con impazienza. Ho udita la vostra voce...

Dalancour: Eccovi, o mia moglie, il signor Dorval. Io vel presento in qualità di mio cognato, e come sposo di Angelica.

Madama: (con gioia) Sì?

Dorval: Io sarò pienamente contento, Madama, se la mia felicità potrà meritare la vostra approvazione.

Madama: (a Dorval) Signore, io ne sono lietissima. Mi rallegro con voi di tutto cuore. (a parte) (Che mi disse ella dunque del cattivo stato di mio marito?)

Dalancour: (a Dorval) Mia sorella lo sa?

Dorval: Credo di no.

Madama: (da sé) (Dunque, quello che fece questo matrimonio non fu Dalancour?)

Dalancour: Volete voi ch'io la faccia venire?

Dorval: No. Converrebbe prevenirla. Potrebbe esservi ancora una difficoltà.

Dalancour: Quale?

Dorval: Quella della sua approvazione.

Dalancour: Non temete di nulla. Io conosco Angelica, e poi il vostro stato... il vostro merito... Lasciate fare a me; parlerò io a mia sorella.

Dorval: No, caro amico; di grazia, non guastiamo la cosa; lasciamo fare al signor Geronte.

Dalancour: Come volete.

Madama: (Non intendo nulla.)

Dorval: Io passo nell'appartamento di vostro zio, per scrivere; egli me l'ha permesso; anzi mi ha ordinato espressamente d'aspettarlo colà. Senza cerimonie. Noi ci rivedremo quanto prima. (entra nell'appartamento di Geronte)

 




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