Grazia Deledda: Raccolta di opere
Grazia Deledda
La fuga in Egitto
Lettura del testo

1

«»

Link alle concordanze:  Normali In evidenza

I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio

La fuga in Egitto

 

Dopo quaranta anni d'insegnamento nelle scuole elementari, il maestro Giuseppe De Nicola era andato a riposo e si disponeva a fare un viaggio.

L'antefatto è questo: in gioventù egli aveva adottato un ragazzo orfano, con la speranza di farne il suo successore nella scuola del paesetto natìo. Il ragazzo però preferiva la vita avventurosa: così gli era scappato di casa, e dopo tentati tutti i mestieri, da marinaio a facchino di porto, da cacciatore di camosci a guardia di dogana, aveva finito con l'incontrare e sposare la vedova di un padrone di barche, del quale l'eredità consisteva in una villa con strascico di vigne e poderi in riva all'Adriatico.

Trovato finalmente il posto che gli conveniva, il giovine mandò al padre adottivo un pacco di sigari, avanzo del turbinoso passato, chiamò col nome di lui, Giuseppina Nicola, la sua prima bambina, e infine lo invitò anche a nome della moglie ad andare ad abitare con loro.

E il maestro, laggiù nel paesetto umido sperduto tra valli e montagne, pensava a questa nuova famiglia, in questo sfondo favoloso di paesaggio marino, proponendosi di mettersi in viaggio, per andare a visitarla, come uno dei re Magi verso Betlemme: ma aveva paura della distanza, degli scioperi ferroviari allora frequenti, dei cinque trasbordi necessari per raggiungere quel paese di sogno.

Così passò qualche anno, finchè egli non andò in pensione: rimasto solo, senza più neppure la turbolenta e ingrata famiglia della scuola, si decise al grande viaggio: e partì davvero con gioia religiosa non priva però di un vago terrore.

Era il suo primo viaggio, quello, il suo viaggio di nozze con la vita: neppure il figlio giovinetto sfuggito al recinto delle mura domestiche in cerca di spazio e di fortuna, aveva fatto il transito così di volo fra la realtà e il sogno. La terra gli sfuggiva di sotto i piedi come il pavimento lucido di una sala da ballo, la natura gli danzava intorno spiegando e ripiegando i veli dei suoi paesaggi sempre diversi, e lo trascinava con , in alto sui monti fino a toccare le nuvole, e dentro i loro passaggi fumosi e neri come tubi di camino, e fuori nella vertigine azzurra dei torrenti, e giù per le verdi chine dove pare di rotolare nudi sull'erba fredda.

Egli stava aggrappato al finestrino del vagone, coi bambini in viaggio; e quando piombava il nero delle gallerie ritirava la testa per paura che un mostro vagante in quel mistero gliela stroncasse: al primo barlume la rimetteva fuori non curandosi se il vento del treno si divertiva a ballare con violenza fra i suoi capelli grigi e a riempirgli di fuliggine il naso.

Due giovani sposi allacciati accanto all'altro finestrino, guardavano uno negli occhi dell'altro la terra fuggente: egli non li invidiava; poichè tutti assieme andavano verso la stessa mèta.

§


«»

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on touch / multitouch device
IntraText® (VA2) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2011. Content in this page is licensed under a Creative Commons License