Grazia Deledda: Raccolta di opere
Grazia Deledda
La fuga in Egitto
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Il giorno dopo Marga e Ola, accompagnate da Antonio, partirono per un paese sull'Appennino, dove certi loro parenti possedevano una casa in mezzo a un bosco di castagni. Il maestro andò con loro fino alla stazione, e lungo il viale tenne in braccio Ola, che al pensiero del viaggio e delle nuove cose da vedere non soffriva molto per la loro separazione.

– Ti scriverò, – diceva seria, per consolarlo. – Poi ti porterò tante castagne grosse così, come il mio pugno. E coi ricci anche. Senti come pungono.

Lo pizzicò sul viso: e un'ultima volta risero assieme.

Anche lui, del resto, era quasi contento. Aveva risolto il suo problema interno, e superstiziosamente credeva che sulla bilancia della vita il dolore si sarebbe equilibrato col bene che poteva derivarne.

Tornò a casa e rimase tre giorni solo con Ornella, senza mai rivolgerle una sola parola di quanto li riguardava tutti. Aveva una paura misteriosa di lei, come di un essere ambiguo che al minimo urto poteva trasformarsi in un mostro: la notte si chiudeva a chiave nella sua cameretta, e di giorno andava a mangiar fuori per il timore che lei lo avvelenasse.

La sera del terzo giorno preparò la sua valigia, e pochi minuti prima che Antonio tornasse, gli lasciò scritto un biglietto dove diceva d'essere costretto a partire. Salutò i giocattoli di Ola, salutò il cane, che gli si aggirava intorno inquieto, forse indovinando i propositi di lui: infine cercò il gatto; lo trovò finalmente che dormiva arrotolato nell'angolo del sofà in camera di Marga, e si fermò a contemplarlo.

Delle zampe si vedeva solo quella che avvolgeva la parte inferiore della faccia, e dalla quale spuntavano i fili d'argento del baffo destro: l'orecchio roseo, rovesciato, pareva una conchiglia piena di alghe bionde; e la coda ad anelli bruni e giallognoli, ben disposta intorno sul davanti del corpo tutto raccolto in ne completava il cerchio armonioso. Il fianco respirava, e quando il pelo in quel punto bruno alla superficie e chiaro sotto si apriva e biancheggiava pareva ne uscisse davvero l'alito; e quel sollevarsi e abbassarsi ritmico del bel corpo tigrato dava l'idea dell'ondulazione del mare.

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