Grazia Deledda: Raccolta di opere
Grazia Deledda
La fuga in Egitto
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Eppure le ciliegie produssero un certo effetto: quando ella ebbe steso la camicia, e con le braccia ancora bagnate rientrò nella stanza, parve subito attirata da quel mazzolino di grosse goccie di sangue: piano piano ne prese una, la guardò, se la mise in bocca, staccandone lentamente il gambo; poi sputò il nocciolo entro il pugno e lo tenne come non volesse buttarlo più via.

E d'improvviso anche lei pensò ad Ola, col desiderio selvaggio di averla ancora con lei, di sentirne il fresco viso di frutto sul suo arso dalla rabbia e dal dolore, di mangiare assieme le ciliegie e scherzare coi gambi e i noccioli di esse. Mai più, mai più questo sarebbe accaduto: e gli occhi finalmente le si inumidirono di lagrime.

Mise le ciliegie in un piatto e si accostò alla finestra per lavarle ed ecco vide due occhi che rassomigliavano stranamente ai suoi e le parvero quelli di un gatto che aspetta gli si butti qualche cosa da mangiare. Per un attimo si fissarono, i quattro occhi verdi, con una luce di curiosità animalesca, poi ella rise e tornò l'Ornella di una volta.

Gesuino, sotto, pareva abbagliato: era venuto per vederla, e il vederla così, con quei suoi vivi colori di carne, col giallo dei capelli e il rosso delle ciliegie e del vestito, appagava pienamente la sua curiosità: il riso di lei fu poi come un laccio che lo prese al collo e gli diede un senso di soffocamento. Tuttavia il suo viso conservava un'aria severa.

C'è il signor maestro? – domandò per significarle che non era per lei.

– Che non ce li avete gli occhi? È , dietro il pozzo.

Ella aveva messo la mano sulle ciliegie e scolava fuori della finestra l'acqua del piatto.

– Che hai intenzione di farmi piovere addosso? – egli gridò, balzando indietro. – Proprio questa intenzione?

– E tu scansati, – gridò lei con insolenza e gli schizzò addosso le ultime goccie del piatto. Egli indietreggiava, ma sempre con gli occhi fissi in quelli di lei: e lei sosteneva con gioia conquistatrice quello sguardo affascinato. Così si fissano i gatti prima del barbarico scontro di amore.

Il maestro se ne accorse, e un raggio di speranza gli attraversò l'anima. Se Gesuino si innamorasse di Ornella e la sposasse?

Ma il raggio subito si spense. E il figlio? Non si poteva dare il figlio di Antonio ai contadini, come un cagnolino da allevare; e d'altronde non si deve togliere il figlio alla madre: e sopratutto non bisogna rallentare i freni alla fantasia, e non permettere giochi pericolosi a gente come quella.

Battè la mano sulla spalla di Gesuino, che al colpo abbassò la testa come un colpevole, e disse seccamente:

– Mi pare che vi piace, la mia cameriera. Badate però che quella è una vera pagana, mentre voi siete un uomo di Dio. E poi ricordatevi le chiacchiere di ieri sera.

Anche Ornella s'era ritirata dalla finestra, ricaduta d'un subito nel senso della sua scura realtà. Nel sentire le parole del maestro pensò che i contadini sapevano già tutto di lei: e d'improvviso un impeto di vergogna la investì e la spinse a nascondersi.

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