Grazia Deledda: Raccolta di opere
Grazia Deledda
La fuga in Egitto
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Che qualche riordinamento avvenisse in lei lo dimostrava anche una sua improvvisa decisione di economia. Mentre prima sciupava i suoi guadagni leciti ed illeciti, adesso non spendeva più un soldo e teneva nascosti i suoi denari nel soppalco.

Alla fine di ogni mese Antonio, che a sua volta evitava d'incontrarsi col maestro, mandava il mensile stabilito, per mezzo di lettere assicurate: il biglietto di cento lire, segnato ancora dai buchi della cucitura con la quale era fermato alla busta, passava nelle mani di lei che lo metteva in tasca senza guardarlo; poi non lo si rivedeva più. Ella lo riceveva come compenso per il servizio al maestro, ma ne conosceva la provenienza, e in realtà la vera padrona era lei. Adesso andava lui a fare la spesa, e lei brontolava se non la faceva bene. Le donne del mercato gli chiedevano di lei come fosse sua moglie, e gli amici di Antonio, sempre impalati all'angolo della piazza, sogghignavano nel vederlo passare; egli non si sdegnava più, ma gli pareva di essere come uno che cammina sulla corda e per quanta abilissimo può da un momento all'altro precipitare.

Fu contento quando la cattiva stagione si scagliò furibonda contro la terra: così, fra le nebbie, i venti e le pioggie che non finivano mai, egli aveva meno occasione d'incontrarsi coi propri simili ed essere giudicato da loro.

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