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Così i giorni passano ed egli si sente andar giù, giù, come se la materassa macerata dal suo male sprofondi e diventi una buca. Fuori il tempo è anch'esso malato; dal cielo sempre nero cade continua la pioggia, e il rombo del mare e del vento l'accompagnano. Anche Ornella s'è fatta pallida e i suoi capelli umidi sembrano scuri. Per fortuna i contadini si prestano a tutto: riparato dal grande ombrello turchino di famiglia Proto va al paese a fare le spese e quando torna le sue scarpe sembrano due barche appena uscite dal mare in burrasca.
Una sera portò una bottiglietta bene avvolta nella carta bianca odorosa di farmacia e disse ingenuamente che era stato a consultare l'altro dottore del paese.
– Ho mio fratello Gesuino con la bronchite; mi ordini qualche cosa, gli faccio; e lui mi ha ordinato questa medicina: è buona per l'espettorazione; un cucchiaio ogni ora. Ecco.
Trasse la bottiglietta e la depose sul cassettone; poi domandò a Ornella un cucchiaio.
– Bravo, – disse il maestro. – E voi dite di non credere ai medici e alle medicine.
– Quello che viene qui fa morire la gente perchè non vuol dare medicine, – ribattè Proto per non contradirsi.
E costrinse il malato a prendere un cucchiaio della medicina, che d'altronde era l'innocente sciroppo per la tosse dei bambini.
Da quella sera cominciò il miglioramento.
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