Grazia Deledda: Raccolta di opere
Grazia Deledda
La fuga in Egitto
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Allora il maestro permise si avvertisse del suo stato la famiglia, anche perchè il tempo s'era schiarito e Marga quindi forse sarebbe venuta a visitarlo.

Andò Gesuino, e tornò alquanto impacciato per la risposta.

– La sua nuora verrà a momenti, e porterà anche la bambina: ma....

– Ma?

Gesuino fece una smorfia con la bocca, accennando Ornella. Sì, era meglio che la bambina non vedesse Ornella, in quello stato. Ma perché? si domandò il maestro. Ola era troppo innocente per capire lo stato di Ornella. Sono i grandi che attribuiscono la loro malizia ai piccoli, e la destano loro. Ma Ornella stessa aveva già capito, e non voleva farsi vedere, sopratutto da Marga. Pensò anche di vendicarsi di Gesuino.

– Se permetti, Gesuino, mentre tu stai qui un momento, vado a lavare un po' di roba al vostro pozzo, perchè c'è ancora il sole.

E andò anche senza il permesso di lui, che la seguì con uno sguardo cattivo, provocato dal pensiero che ella andasse a confabulare con Proto.

– Che vi ha detto Marga? – domandò il maestro, con la voce divenuta gracile e tremula: ma neppure questa povera voce valse a frenare lo sdegno di Gesuino. Col suo pastrano giallognolo guarnito di pelo, un berretto pure di pelo calato come una cuffia intorno al viso rosso, così corrucciato com'era, egli dava l'idea di un esquimese selvaggio.

Agitato andò su e giù per la stanza, poi si piantò a gambe larghe davanti al letto.

– Che mi ha detto sua nuora? Nulla, mi ha detto. Pare che caschi dal mondo della luna. Pare che non sappia neppure nulla dello stato di quella ragazza.

E poichè il maestro lo guardava mite e silenzioso, scattò:

– Però sa che è sfacciata, quella ragazza? Che è andata adesso a fare al pozzo? Il sole non c'è più. È lei che vuol parlare con Proto.

– E lasciate che parlino. Che male c'è?

– Niente male. La gente mormora, però: e, infine, sarebbe meglio che quella ragazza stesse ritirata in casa.

– Ma se adesso siete stato voi a farle intendere che doveva uscire.

– Poteva ritirarsi su nel soppalco, – disse Gesuino, guardando tragicamente in su. E il maestro sorrise, ma per poco, poichè l'altro domandò con ingenuità brutale: – dove la farà partorire?

Gesù è nato in una stalla. Provvederà Iddio.

Gesuino si fece pavonazzo in viso e fin sulla nuca: brontolò:

Dio.... Dio…. – poi parve cambiare discorso: – sua nuora mi disse che il marito è fuori fin dalla scorsa settimana, per affari, ecco perchè non si è lasciato vedere.

– Non importa. E ditemi, Gesuino, è lei che vi ha consigliato di far allontanare Ornella?

– Ma se le dico che quella non sa o finge di non sapere niente? Eppure tutti lo sanno, – aggiunse con impazienza; e ancora colpito dal pensiero di un possibile colloquio fra Proto e Ornella, andò a guardare fuori della porta.

– E lasciate correre, – insistè il maestro: – tanto un giorno o l'altro si sposeranno: che ne dite voi? Acconsentite?

Faccia Dio quello che vuole, – disse il contadino, tornando indietro rassegnato.

Allora il maestro espresse il pensiero già appena accennato da Gesuino.

Dio, Dio, sì, va bene, ma noi carichiamo su Dio tutte le responsabilità che possono darci fastidio.

– È proprio vero. È proprio così.

– E insomma, uno di voi deve sposare Ornella. Sarà Proto? Sarete voi?

– La carne di cervo non mi è mai piaciuta, – disse Gesuino con una smorfia di disgusto; e parve pentito di aver parlato già troppo, e deciso a non proseguire: ma dopo che andò a sedersi accanto al fuoco e si chinò per rattizzarlo, sentì il bisogno prepotente di dichiarare un suo proposito: – se mio fratello commette quella corbelleria, le assicuro però che quella ragazza filerà dritto. Ci penserò io, porco mondo cane!

L'arrivo di Marga e di Ola impedì al maestro di fare le sue considerazioni. Del resto tutti i mali del mondo venivano dimenticati quando la presenza di Ola illuminava l'aria intorno: e realmente la sua vestina di lana rossa irradiava un senso di luce e di calore.

Le sue manine, invece, che il nonno prese entro le sue, erano fredde come state sepolte nel ghiaccio; e anche la punta del nasino, che sfiorò il viso di lui, dava l'impressione di un frutto gelato; ma dalla bocca rossa usciva un vapore tiepido come dalla terra nelle albe di primavera, e i suoi occhi ricordavano il sole nascente.

– Non ti bacio per non attaccarti la malattia, – disse il nonno, respingendola suo malgrado, – va a sederti e scaldarti accanto al camino.

Ola però guardava con diffidenza l'omaccio giallastro e peloso piegato ancora a soffiare sul fuoco.

– Non è l'orco, no, Ola, va.

– Chi è, allora? – disse lei con la sua candida insolenza. E bastò questo perchè il nonno, dopo tanto tempo, ridesse: le rughe che il dolore e il male gli avevano scavato sul viso brillarono come i solchi dopo la pioggia al ritornare del sole.

Marga guardava ora l'uno ora l'altro, senza curiosità, placida e fredda: il vestito d'inverno, di velluto nero, guarnito di una goffa trina dorata, le dava un'aria di antica dama; e anche il suo viso liscio, insolitamente arrossato dal freddo, e intorno al quale ella s'era sciolta la sciarpa di lana bianca, pareva laccato e dipinto.

Perchè non ha mandato a chiamare subito? – rimproverò con dolcezza. – Antonio è via dalla settimana scorsa, perchè vorrebbe tentare la spedizione diretta del pesce ai grossisti di provincia: anch'io sono stata poco bene e nessuno mi ha dato notizie di lei.

– Non importa – egli disse sollevandosi un poco per veder meglio Ola. – Adesso la barca è salva e tutto va meglio. Cosa hai portato in quel pacco? Ricordati, Marga, che io non ho bisogno di nulla.

– È stata Ola. È vero che sei stata tu, Ola, a voler portare qualche cosa al nonno? Volgiti un po' in qua e sta ferma, disperazione mia.

Ola tentava di salire sul soppalco, e poichè non glielo permisero domandò dov'era Ornella, e sentito ch'era dai contadini a lavare i panni chiese di poter andare a raggiungerla; allora Gesuino si sollevò, proponendo di accompagnarla lui.

– Oh Gesuino! – esclamò il maestro minacciandolo con la mano. – Devi sapere, Marga, il nostro Gesuino è innamorato di Ornella.

Marga non rise, non parlò, ma dal modo con cui ella si volse a guardare il contadino, come lo vedesse per la prima volta e in circostanze straordinarie, il maestro capì che col suo scherzo aveva destato in lei una speranza profonda.

Gesuino non lo smentì: rimase però fermo impalato davanti al camino, deciso a non tradire più la sua smania interna.

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