Grazia Deledda: Raccolta di opere
Grazia Deledda
La fuga in Egitto
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Quest'epilogo del terribile dramma, e un fatto molto più semplice accaduto il giorno stesso, saldarono nel maestro la convinzione che tutto procedeva per mano Dio.

Il possidente al quale egli aveva venduto la sua casa con condizione di riscatto, era morto in quei giorni, e il figlio scriveva che la famiglia non si opponeva al patto; occorreva però la presenza dell'antico proprietario perchè la cessione procedesse legalmente.

Egli fece vedere la lettera a Ornella.

– L'atto di cessione si potrebbe fare anche per procura, – disse, riprendendo la lettera e guardandola per non guardare la donna. – C'è troppa spesa, però. Io penso di recarmi di persona laggiù; ho già provveduto perchè il pretore mandi qui al più presto un nuovo custode. Appena questo arriva gli faccio la consegna e parto.

– E io? E il bambino?

Egli sollevò gli occhi, ancora alquanto incerto.

– Se tu vorrai venire, col bambino, partiremo assieme.

– E non si era d'intesa così? – disse lei sdegnata.

Va bene. Allora, ascoltami, Ornella: tu verrai con me e sarai quello che vorrai essere. Il bambino, però, bada che io lo considero come figlio mio. Una volta laggiù sistemerò le cose; lo battezzeremo e lo legittimeremo. Ed egli dovrà crescere nella certezza di essere realmente mio figlio. Io lavorerò ancora, per voi: me ne sento la forza. Un'altra cosa: bisogna partire di qui di nascosto, per evitare la curiosità della gente. Prenderemo il treno alla prossima stazione. Va bene?

Va bene, – rispose lei: e non parlarono più.

Il maestro decise di non partecipare la fuga sua e di Ornella ai contadini: essi lo avrebbero giudicato ingrato; ma chi vuole che un suo segreto si tenga deve cominciare a tenerselo da .

Le circostanze d'altronde parevano favorirlo misteriosamente. Il nuovo custode, accompagnato da un messo della Pretura che il maestro già conosceva, arrivò una sera che i contadini erano fuori di casa.

Tutto era pronto per la partenza, e fatta la consegna della villa e dell'abitazione del custode, al maestro non rimaneva che andarsene.

Egli aveva raccolto le cose sue e di Ornella nelle due valigie con le quali era arrivato. Staccò il piccolo arazzo della Fuga in Egitto, lo arrotolò, la avvolse in un foglio di carta velina: e quando lui e Ornella col bambino in braccio ricoperto dallo scialle di lei, passarono davanti alla casa dei contadini, vi cacciò dentro il rotolo da un vetro rotto della finestra.

Essi sapevano il valore del dono e ne avrebbero inteso il significato.

Poi lui e Ornella se ne andarono lungo la spiaggia, nella notte grigia illuminata dalle grandi stelle invernali, col bambino che era il solo a non lasciare orme dietro di sé.

FINE.

 


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