Parte, Paragrafo
1 1, 3| sostenerlo, o quanto sia non male occupato quello che farebbe
2 1, 3| conviene dolere e temere, e male averci, si può dire, contro
3 1, 3| possibile vetare da noi tanto male se non col tempo, cioè col
4 1, 6| volendo, men grave il suo male, o più forti sé a sostenerlo;
5 1, 10| da chiamarla o riputarla male se non quanto ella a noi
6 1, 10| mal sofferendo se stessi, male avere. La morte sta a chi
7 1, 11| dure in ombra e in ozio non male, quali le soffrirebbono
8 1, 14| fuggissi di non incontrarsi al male. Altra cosa è vitare gl'
9 1, 19| assai dove e' non abbia male, e fuggirà sempre essere
10 1, 23| buono. E chi ti referisce male d'altri, quasi protesta
11 2, 16| e alle private: ed è un male occulto quale prima n'ha
12 2, 18| quel che in altrui ci pare male assettato, e desiderarlo
13 2, 18| riconosciuto in noi che 'l nostro male vien non altronde che dalla
14 2, 18| altronde che dalla nostra male addutta opinione, facile
15 2, 21| Ben dicesti ch'io veggo male quando io ti stimai diritto
16 2, 24| opera a chi da lui meritava male.~
17 2, 30| immanissimo, per dubbio di male farsi male. Molte cose accennano
18 2, 30| per dubbio di male farsi male. Molte cose accennano da'
19 2, 30| Terenzio, qualche volta el male suole essere cagione di
20 2, 30| che chi volea loro fare male, gli fece bene. Qual caso
21 2, 31| bene avvenisse la cosa in male, almeno in quel mezzo viverai
22 3, 2| la perizia di fuggire el male, e appetire e conseguire
23 3, 4| insuperabile. Omero dicea che 'l male sempre vince; ma quanto
24 3, 4| cagione quale dolendoti male curi e' fatti tuoi. Se a
25 3, 9| siamo e imprudentissimi ove male conosciamo lo stato nostro.
26 3, 11| sua di chi la fece. Se il male è d'altrui, non bisogna
27 3, 14| inducea oblivione d'ogni male a chiunque ne bevesse. Questa
28 3, 15| dolce dimenticatore d'ogni male. Allettatore ottimo del
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