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Leon Battista Alberti
Profugiorum ab aerumna Libri III

IntraText - Concordanze

(Hapax - parole che occorrono una sola volta)


34-basti | batta-decim | decli-figli | figur-iudic | iudiz-ostri | ottav-rasse | ratto-strac | strad-zoppo

                                                      grassetto = Testo principale
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501 3, 6| rigido e austero. Come in la battaglia el fortissimo milite, ove 502 3, 5| loro ti si porgea tutto bavoso e tutto muccilutoso; l'altro 503 2, 2| producono la vita. E questi be' soli c'invitano a godere 504 2, 13| istorico che Adriano principe, beffato in Senato per una orazione 505 3, 5| stessi quando e' piange, o befferebbe tanta svenevolezza o dorrebbegli 506 3, 15| vino. Consiglio di Diomede: bei e mangia; poi dormendo ti 507 2, 21| gli rendè suo merito e con bel modo gli rimproverò ch'egli 508 3, 15| piacciono quali sono non belle mentre ch'elle si fanno. ~ 509 3, 20| vedute macchine e instrumenti bellici, aveva una e un'altra volta 510 1, 23| presentato alcuni vasi di terra bellissimi e lavorati con figure e 511 3, 3| e duolmi non le avere. E bench'io mi disponga coll'animo 512 2, 25| più facile essequirla col beneficare chi t'è iniquo che col superchiarlo 513 2, 15| e fatiche di chi studia beneficarvi? Ma della invidia e degli 514 3, 11| loro natura sempre furono benefici e liberali e cupidi di vederti 515 2, 25| beneficio fundare nuova benevolenza. Ma qualunque siano e' tuoi 516 3, 4| furioso uomo e arrabbiata bestia e insensato sasso, qual 517 1, 4| ancora fu da molti insolenti bestialacci e da que' comici poeti assiduo 518 2, 24| quella brigata e molta e bestiale. Lui non atto per ancora 519 1, 33| ausarsi divenne che in senettù bevea nulla. Qui Battista solea 520 2, 23| discoperse e mostrossi lieto bevendo a grazia degli dii. Così 521 1, 11| vinse tutti gli altri a bevere. Lacides, pur filosofo, 522 3, 14| d'ogni male a chiunque ne bevesse. Questa sarebbe cosa utile 523 3, 14| vecchi, e accusanlo che fu bevitore; e questo arguiscono perché 524 1, 11| pomi e frutti crudi, né bevve altro che acqua di quella 525 2, 5| infinite le perturbazioni. A Biante filosofo parea morboso quello 526 2, 1| prepostera e in molti modi da biasimarla. Noi vediamo le fiere nate 527 2, 20| molto vorrebbe, nulla possa biasimarti. Tu, voglio, scrisse Cicerone 528 1, 11| detto e scritto più ostinato biasimatore di chi cede alla fortuna 529 1, 17| con quella opinione qual biasimava Aristones filosofo in noi 530 1, 7| dell'animo per se stessi bieca e obliqua ad impazienza 531 1, 11| paralitico. Non racconto Bione filosofo quale, domandato 532 1, 34| fortuna sono inconstanti; bisognaci ne' tempi felici prepararci 533 1, 34| con poche cose, a costui bisognano poche cose. E parmi in prima 534 3, 18| lascivo piacesse a chi e' bisognasse per dimenticarsi la sua 535 1, 12| trastulliamo con parole dove bisognerebbono e' fatti? Dicea Cesare presso 536 3, 18| io alcuni di natura duri, bizzarri, inessorabili, a cui bisognava 537 3, 18| piuolo, e per trargli la bizzarria bisognava litigar seco di 538 1, 16| ogn'ingiustizia e pieno di bontà. Quinci saremo in ogni officio 539 2, 26| temporibusque malis ausus es esse bonus.~ ~ 540 3, 5| Vedi sino alle bestie pe' boschi e pe' diserti danno segni 541 2, 21| quel cantuccio dove ogni botolo scompisci. Ma voglio in 542 2, 25| Dameta, né Dameta torrebbe el bracco ad Atteone, né Atteone torrebbe 543 1, 1| di Dio. E qual cuorebravo si truova che non mansueti 544 2, 21| consigliarsi. E fie quella via brevissima a satisfarti qual sia sicura.~ 545 1, 1| primavera: fuori vento, gelo, brina; qui entro socchiuso da' 546 1, 34| sofferendole». Ottavia, sorella di Brittanico, scrive Cornelio, imparò 547 3, 2| e la copertura fatta di bronzo e inaurata; e vide che dentro 548 3, 5| o dorrebbegli tanta sua bruttezza. Dirai: e chi può tenere 549 2, 13| perché fastidirono suoi brutti costumi passati, divennero 550 1, 23| raportatori, e massime e' bugiardi, que' potissime che sono 551 2, 20| coll'opere buone render bugiardo chi di te mal parli. E sarà 552 2, 27| usano parole, tante vi siano bugie e periuri. E conviensi fra 553 1, 24| forza a disturbarci nella busia, altrove sarà da ragionarne. 554 3, 18| diletto scrivendone. E simile C. Macio e M. Ambivio, patrizi 555 3, 17| lanciare, sibillare alla caccia, e fra la gioventù in luogo 556 2, 24| abiettissimo, qual volea cacciar Ulisses di casa; e lui nulla 557 1, 4| di quel Metello numidico cacciato da' suoi cittadini romani 558 2, 17| E dicono che Erodes fu cacciatore e pugnatore tale che non 559 3, 20| coll'uccello, co' cani alle caccie, tendere alle fere, a' pesci. 560 1, 32| era non altro che lardo e cacio. Voleano questi essere espediti 561 2, 1| con molta affabilità. E cadde la cosa in questo modo, 562 2, 28| avviene buono, vinca; se forse caddero sinistri partiti, moderigli 563 3, 20| gemito de' cittadini quali cadeano sotto le ferite, le strida 564 1, 14| da sé ogni cosa fragile e caduca che né pure una scodella 565 1, 16| certe né utili; loro beni caduci a uno a uno muoiono; la 566 3, 17| riconoscersi mortale e d'ora in ora caduco che darsi ad alcuna levità 567 2, 30| alla prima ombra avversa caggiono in tristezza e addolorati 568 1, 22| e certo in noi insurge cagion di contendere e gareggiare, 569 2, 21| quali vetavano piangere un calamitoso in sua presenza, disse Antonino 570 2, 24| Fu chi diede a Ulisses un calcio, e Ulisses quieto e muto, 571 3, 20| che tanto fracasso, tanta caligine del fumo e del polverio 572 1, 23| potissime che sono versuti e callidi; da qual sorte di gente 573 1, 15| ed eccitando in noi quel calore innato e immessoci dalla 574 3, 14| a Flacco, poeta lirico, calunnia quale s'ascrive a tutti 575 1, 12| Gione: «tanto duole a un calvo quanto a un ben capillato 576 1, 14| cinquanta corazze di piombo e calzato con coturni che pesavano 577 3, 4| ed estenderti in più lati campi d'argumentare contro a' 578 3, 4| de' suoi dolori diventò cane e arrabbiò. Niobe fingono 579 3, 7| ricevuta la clade apud Cannas gravissima e da viverne 580 3, 9| quella di Priamo, di cui si cantano que' versi troppo teneri 581 3, 18| celebratissimo ateniense, doppo cena cantò appresso di Laumedonte. 582 2, 21| di non esser sempre quel cantuccio dove ogni botolo scompisci. 583 1, 23| tavoletta, e ivi dopo iunti e' capi si consigliano. Noi per 584 1, 12| un calvo quanto a un ben capillato quando tu lo peli». Ma che 585 1, 14| Cicerone ben lodare Clodio suo capital nimico, sendogli in odio 586 3, 20| numeri di colonne con vari capitelli e base inusitate, e collega' 587 1, 20| vizio. Dicea Ovidio:~ ~et capiunt vitium, ni moveantur, aquae.~ ~ 588 1, 7| per sua proclività ruina e capolieva. Rammentami vedere la nostra 589 1, 12| l'amore, convien che vi cappia l'ira e la indignazione 590 2, 25| io. Non torresti el suo capro a Dameta, né Dameta torrebbe 591 1, 10| è altro che uscire d'uno carcere laboriosissimo e d'una assidua 592 2, 4| Palagio, e venni a voi per caricarmi d'una maggior soma. A quale 593 1, 31| abbracciava le statue marmoree cariche di ghiaccio solo per ausarsi 594 1, 27| cose che apresso di te sono carissime, e quali perdute molto ti 595 3, 15| mangiare quaranta libre di carne lui solo e bere una anfora 596 1, 24| Seneca: cosa niuna costa caro quanto quello che tu comperi 597 2, 17| armata uscire del porto di Cartagine. E dicono che Erodes fu 598 2, 30| Marcello, qual mostrò ch'e' cartaginesi esserciti si poteano vincere. 599 3, 2| allogarla in sì maravigliosa cassetta. Pertanto comandò vi riponessero 600 1, 4| Non volle adunque Pericle, castigando l'altrui errore, contaminare 601 3, 14| Così a noi converrebbe e castigarci con giuste amonizioni, e 602 1, 4| molti simili ammonimenti mi castigo; ma nulla però giovo a me 603 1, 32| suoi a quel cibo militare e castrense quale era simplice e senza 604 2, 12| Scrive Plinio che Publio Catineio Filotimo, lasciato erede 605 3, 4| alligato a quel sasso al Caucaso, non diceano: O Prometeo, 606 2, 32| argentiero, e l'altro forse causidico. Adunque, se le cose di 607 2, 29| quella macchina di quel cavallo di legno sacrato a <Pallade> 608 3, 15| capo al parete e corse per cavar l'occhio al figliuolo. Solo 609 1, 31| devicto maius; nec tam fugisse cavendo~adversa egregium, quam perdomuisse 610 3, 20| fece qui Battista, qual cavò e' suoi rudimenti di pittura 611 1, 14| vissero non d'altro che di cavoli, quali sì abdicorono da 612 3, 20| elementi pur da' matematici, e cavonne quelle incredibili preposizioni 613 3, 3| notissimi: non ti dispiaccia la cecità tua, non ti aggravi la surdità. 614 3, 4| el cedere sempre dove tu cedendo non peggiori tuo stato; 615 1, 23| infiammata ira nuoce a chi, e cedendoli e vitandoli, non se allontana. 616 2, 23| grazia degli dii. Così noi cederemo alla nostra imbecillità 617 3, 6| stracco e oppresso, così tu cedi alquanto ad secundos, at 618 2, 19| coscienza sua è un grande celeberrimo teatro. Né cerca l'uom savio 619 3, 3| fortissimo figliuolo, comandò si celebrassero e' pianti interi nove , 620 3, 18| rarissimo, e Cimon, quel celebratissimo ateniense, doppo cena cantò 621 3, 4| ciascuno luogo pubblico e celebre, e fuggì la patria, e visse 622 3, 4| insieme aggiunsi quel vivo e celeste ardore. E qui l'Occeano, 623 2, 25| però tolse a Crasso. Era M. Celio formosissimo; però accedette 624 | cento 625 1, 14| né, come Aulo Numerio, centurione e commilitone di divo Iulio 626 2, 19| grande celeberrimo teatro. Né cerca l'uom savio altri arbitri 627 2, 22| maraviglia se e' fortunati cercano e' pari a sé fortunati». 628 3, 14| procacciare quanto forse ella cercava per satisfarsi con men dolore 629 1, 14| la perdita de' miei; ma cercherei le vie e modi da levarmi 630 2, 15| per questo vostro secondo certame coronario, instituzione 631 1, 31| mensas durumque cubile~et certare malis urgentibus hoste putabat~ 632 | certi 633 1, 12| ogni grave cosa più deboli, chente potremo? S'io non erro, 634 3, 15| appresso del nostro comico, Cherea dica in le sue cure amatorie: « 635 3, 14| gravissime infermità. Ma Omero chiama el sonno domatore d'ogni 636 1, 30| Aristotile in filosofia. Chiamai alcuni studiosi e a me imposi 637 1, 10| noi mortali mai sarà da chiamarla o riputarla male se non 638 3, 3| nostra dignità, qual cosa voi chiamate pazienza. Dite, qual virtù 639 3, 14| fra 'l numero degli dii si chiamava Liber pater, po' che e' 640 3, 18| ozio a quel giuoco quale e' chiamavano duodecim scripta; e Claudio 641 1, 1| certa non so quale io la chiami lentezza d'animo piena di 642 3, 5| umana, - in cena, a chi chiedea da lui che recitasse e' 643 3, 11| lode di ben composta mente. Chiederai ne' tuoi casi avversi forse 644 2, 17| desiderio, credo periteresti chiedergli simili cose immoderate e 645 2, 17| e superchie. E se pur le chiedessi, ti risponderebbe: assai 646 3, 4| sinistro, e che desideri e che chiedi quel che e' mortali pregiano 647 1, 34| magistrati chiamati efori, Chilon filosofo, qual più volte 648 2, 24| la mano pregò a uno a uno chiunche ivi era in sala; in qual 649 3, 18| Cesare, quale tre volte chiuse el tempio di Iano Quirino, 650 1, 26| in modo ch'elle trovino chiuso ogni addito e otturato ogni 651 | ciascun 652 3, 4| loro molta speranza e molto cieca; e insieme aggiunsi quel 653 1, 23| otturiàngli. Fu chi volle viver cieco per meglio filosofare e 654 3, 5| di qua inversata, collo ciglio contratto e innodato, con 655 3, 18| cantava non rarissimo, e Cimon, quel celebratissimo ateniense, 656 1, 28| affetto d'animo non lodato. Cinna fu crudele, Silla fu concitato 657 1, 14| coturni che pesavano libbre cinquecento. Né forse potrebbe Cicerone 658 3, 2| bellissimo. Non so se fu Cipreste, del quale Vitruvio scrive 659 3, 18| Ulisses solea presso a Circes lavarsi co' bagnuoli odoriferi. 660 3, 6| e priemi fuori el sangue circumpresso a quella scalfittura ricevuta 661 3, 6| in tanti pericoli suoi e circumstanti mali solo ingemuit et palmas 662 2, 23| fece Ulisses, quando quel citarista cantava in cena cose a lui 663 2, 23| le consuetudine di molte città; scorse lontani paesi, e 664 3, 18| prima illustrissimo d'ogni civiltà latina, solea con molta 665 3, 7| Senato di Roma, ricevuta la clade apud Cannas gravissima e 666 3, 17| Non placet iste ludus, clamo et diludia posco.~ ~ 667 2, 23| tempore longo~missurum fratri, clauso immurmurat ore.~ ~E se pur 668 3, 4| dolore divenne furioso. Cleobolo filofoso, estinto da sue 669 2, 25| a quegli amori di quella Clodia. E simile, in questo comparare 670 1, 14| potrebbe Cicerone ben lodare Clodio suo capital nimico, sendogli 671 3, 2| costui a tanto edificio coacervati e accresciuti e' suoi parieti 672 3, 2| tante varie poste in uno e coattate e insite e ammarginate insieme, 673 3, 2| di tutta la struttura, e coattatogli insieme, secondo e' loro 674 2, 24| arco in mano prima tenta le cocche, rivede la corda e ogni 675 3, 17| animo e mente alcuna sì cocente cura che subito ella non 676 2, 25| farti e così trattarti. Era Codro povero; però tolse a Crasso. 677 3, 20| investigazioni, composi a mente e coedificai qualche compositissimo edificio, 678 1, 23| distraessero dalle sue ottime cogitazioni e distogliessero dalle continue 679 | cogli 680 2, 1| volontà e de' miei studi cognitore e testificatore Dio immortale 681 1, 10| divini oraculi: «Tu mortale cognosci te stessi. Di cose poche 682 1, 30| l'altre bestie da natura cognoscono e' suoi bisogni e utilità, 683 3, 15| gravissimo Omero che 'l coito introduce sonno dolcissimo 684 3, 20| capitelli e base inusitate, e collega'vi conveniente e nuova grazia 685 2, 10| amarvi insieme. Ché se vi collegò a tanta coniunzione qualche 686 3, 20| libero, suso que' lieti colli, fra que' culti e prati 687 2, 2| Gangalandi co' cani, o alle colline o a' piani, ed essercitarsi 688 2, 30| videro che que' nuvoli si colliquifaceano in pioggia e acqua, tutti 689 3, 2| miravavi ogni sua parte collustrata e piena di maraviglie: solo 690 3, 18| suo sollazzo e vezzi tenea colombi paia ventimila, e pasceagli 691 3, 18| Ambivio, patrizi romani, dice Columella, scrissero que' duo libri 692 | com' 693 3, 18| Quocum et Pistorem, dove e' comandano a questi che venendo a mescolarsi 694 1, 24| familiarità di chi a te comandi in le voglie sue, dove tu 695 3, 12| quiete dell'animo tuo, fuggi combattere contro a te, e resta ferire 696 3, 5| come el puledro, pur ne combatteremo e straccheremo subagitando 697 1, 4| insolenti bestialacci e da que' comici poeti assiduo infestato 698 1, 27| gittale da te, e quinci comincia imparare soffrire te stessi 699 1, 14| resterò d'oppormiti com'io cominciai, ché ti vedo apparecchiato 700 1, 15| 15-~ ~Comincianci da questo capo. Le perturbazioni, 701 3, 1| errore, e vorrei non aver cominciato quello ch'io non seppi con 702 3, 5| appresso l'isola Hyperionis cominciorono a piangere e' suoi perduti 703 3, 16| antro, quem~ ~Lanigerae comitantur oves; ea sola voluptas~solamenque 704 2, 12| omnis~suspensum et pariter comitique onerique timentem.~ 705 2, 19| che se si recitasse una commedia in scena. E vorrebbesi, 706 1, 37| ammonimenti quali e' dotti commendorono alla posterità. Come la 707 1, 29| adunando, componendo e commentando, e accomandando alla posterità 708 2, 11| innumerabili conoscenze e commerzi; eccoti ricchezze pari a 709 1, 25| te, Battista, fuggi ogni commerzio, fuggi trame e lezi di qualunque 710 3, 6| quando o perderemo tempo o commetteremo qualche errore. Ma né qui 711 1, 14| Aulo Numerio, centurione e commilitone di divo Iulio Augusto, contenere 712 1, 34| Interpelleremo adunque e comminuiremo a noi stessi quanta potremo 713 3, 4| ignominia, e per questo si commise in solitudine, e fuggì piazza, 714 2, 4| abbatteremo pure a una cosa commoda e che ci attagli, sarà buona 715 3, 4| populare sempre fu cosa commodissima, e s'io volessi esplicarti 716 1, 27| felicità, sempre iudicai commodissimo ausarsi a tollerare ora 717 3, 3| e perdette l'altre sue commodità e onestamenti, e perdette 718 2, 19| con mente equabile e non commossa e' detti acerbi d'altrui, 719 2, 26| acquietarci dalle perturbazioni commosse in noi da' tempi communi, 720 2, 17| non addutti da ragione ma commossi e impinti da perturbazione 721 3, 20| tetti e de' tempi, nulla el commoveano. Cosa per certo mirabile 722 3, 1| e di qua Niccola e me, e commovendo qualche poco el capo disse: - 723 1, 15| l'animo nostro contro a' commovimenti de' tempi e contro alle 724 1, 3| loro vari eccitamenti e commozioni? Troppo sarebbe forza qui 725 2, 26| commosse in noi da' tempi communi, da' casi e fortune nostre. 726 1, 28| chi non si perturba né si commuove. A Plutarco parea che con 727 1, 22| noi gli sdegni non solo commuovere gli animi atti e quasi fatti 728 1, 1| perturbazione d'animo, e commuovonmi a certa non so quale io 729 1, 23| e danno ad altri, ma per commutare nostri affetti, nostri sensi 730 3, 5| ogni altro merore. E que' compagni di Ulisses non prima che 731 2, 21| collera come quello del compagno. Un che avea l'occhio non 732 2, 25| Clodia. E simile, in questo comparare e accogliere tutti e' calculi, 733 1, 2| altro siete voi, quale e' compari a Giannozzo in ogni lode. 734 3, 9| veementi ad eccitarci a compassione de' mali altrui, e a contenerci 735 2, 18| questa perturbazione di compensare quel che in altrui ci pare 736 2, 9| degli uomini! Oh ragione mal compensata! Questi sono, o mortali, 737 3, 14| ministri della natura e compensatori della condizione umana interviene, 738 1, 34| molti danari. Te chi mai comperasse per qualunque sia vile prezzo?». 739 1, 24| caro quanto quello che tu comperi co' prieghi. Co' pari a 740 1, 11| Aristippo, quell'altro filosofo, comperò una perdice cinquanta dramme. 741 2, 23| morte del fratello, quale:~ ~compescit lacrimas... vincitque ferendo~ 742 1, 28| isdegnarsi se altri non li compiacea e conferiva quel che e' 743 1, 29| investigando, adunando, componendo e commentando, e accomandando 744 3, 17| nostro animo s'accoglieva e componeva a tranquillità e a quiete 745 2, 22| precipiteremo le nostre faccende, ma comporremole e porgeremole a miglior 746 3, 2| e' loro colori e quadre compose quella e quell'altra pittura, 747 3, 2| accolse e' minuti rimasugli, e composene el pavimento. Noi vero, 748 3, 2| lodi costui, quale in sì compositissima opera pose sua industria 749 3, 20| mente e coedificai qualche compositissimo edificio, e disposivi più 750 3, 11| ornamenti d'animo e lode di ben composta mente. Chiederai ne' tuoi 751 3, 20| satisfa, nulla tutto tanto mi compreende e adopera, quanto le investigazioni 752 1, 3| da cosa quale io non so compreendere quale ella sia, che non 753 3, 3| mortali, o donde meglio compreenderemo quel che in questo s'appruovi 754 3, 2| causa agitata da voi, qual compreendesti faccenda da niuno de' buoni 755 1, 14| suoi detti e fatti. Così compreendiamo che alcune cose da natura 756 1, 1| amenità, e dall'altra parte compreendo che ogni cosa qui è fatta 757 1, 37| posterità. Come la mano compremendo radolca e prepara la cera 758 3, 14| degnità, fu interpellata e compresa dal sonno. Dormì, e in quel 759 2, 16| quale prima n'ha infetti e compresi che noi sentiamo le sue 760 1, 28| offirmato e constante: modera e comprime quelle cose per donde s' 761 2, 33| fermezza a nostre membra, e concedaci animo virile e constante 762 3, 2| ritenne el passo e disse: - Concederemo noi, Battista, qui ad Agnolo 763 3, 4| iudicalo ottimo. Nel resto ti concedo che dove a te sia lecito, 764 1, 14| offendano e poi che tu le concepesti. E poi che 'l ragionare 765 1, 3| acerbità e durezza dell'animo, conceputa dalle ingiurie della fortuna 766 3, 8| con sue triste memorie e conceputi dispetti e dispiaceri.~ 767 2, 22| dimenticarla. E quando pure el conceputo sdegno ne contamini in modo 768 1, 14| vinto succombere sanza prima concertare e provare sé stessi e sua 769 1, 22| Catullo; e colle gare e colle concertazioni sempre fu iunta la indignazione; 770 1, 14| nostra inerzia, desidia e concetta opinione sono da noi stessi 771 3, 8| di molti quali per loro concette maninconie sviano el sonno, 772 3, 1| ch'io possa coniungere e conchiudere con arte e ordine tanta 773 3, 17| qual poi interdisse el concilio arelatense, che le escubie 774 2, 1| qualche furore non le eccita e concita. Noi vero uomini, nati per 775 2, 14| improbità d'altrui fussimo concitati e vessati. Ma prima assolveremo 776 1, 28| Cinna fu crudele, Silla fu concitato e veemente, Mario perseverò 777 3, 2| imporvi cosa preziosissima e condegna d'allogarla in sì maravigliosa 778 3, 2| assettate dove bello si condicea e convenia? Molti appresso 779 2, 21| è una breve insania; né condicesi l'insania col consigliarsi. 780 3, 5| inezia loro, chi forse si condolse di tanta loro disadattaggine, 781 1, 8| adattare l'animo a virtù. Conduceravvelo la ragione; e sempre sarà 782 3, 1| non seppi con ordine e via conducere sino a qui. Né qui so dirizzarmi 783 1, 14| poi che 'l ragionare ne condusse a questo, riconosciamo insieme 784 1, 14| dissoluto dalla ragione e condutto dalla opinione a iudicare 785 1, 33| noi venga perturbazione, e conferirci a qualunque uso ne aiuti 786 1, 28| altri non li compiacea e conferiva quel che e' pregava, solea 787 3, 11| essere paziente; la pazienza confermerà la virilità, e colla virilità 788 2, 32| tua sentenza mi diletta, e confermola; già che se Cesare non avesse 789 1, 10| affermi quanto e' con parole confessa doversi. E pensiamoci un 790 3, 20| occupazione e pensiere. Confesserovvi di me stesso, a me non rarissimo 791 1, 10| sentenze, non v'assentisca e confessi ogni vostro detto esser 792 3, 2| escludano le maninconie. E confessovi in ogni vostro successo 793 2, 25| sempre alla causa tua, ma confirma teco ogni ragione e scusa 794 3, 14| con giuste amonizioni, e confirmarci con vere e integrissime 795 3, 4| disconveniente a chi sia ben confirmato con ragione e bene instituito 796 1, 7| mentre che esso se stessi conforma con la rettitudine del vero 797 3, 2| estendersi a una linea, tutte conformarsi a un disegno, non solo più 798 3, 5| convenirono molti dii per confortarlo nel caso di Fetonte suo 799 2, 7| ne' nostri mali pigliamo conforto da' mali altrui. Quinci 800 1, 38| mente, sanza ordine e forse confuse. Fecilo nondimeno, e non 801 1, 14| ti vedo apparecchiato a confutarmi, e sento l'ingegno tuo acuto 802 1, 38| ad altro fine se non per confutarti, che dicevi desiderare da' 803 3, 1| essercitato in modo ch'io possa coniungere e conchiudere con arte e 804 2, 1| umanissimi el primo in cui sia coniunta molta prudenza con molta 805 2, 12| suoi armati nimici, ma e' coniuntissimi lo perturbavano. Leggiadro 806 2, 10| Ché se vi collegò a tanta coniunzione qualche utilità o qualche 807 1, 3| che queste conversioni e coniunzioni di voci possino levare gli 808 3, 2| che non tanto el tessere e connodare in un sieme vari detti e 809 1, 19| ma più tosto alieni e da connumera'gli fra' nostri nimici. 810 1, 21| allassavano. Quattro cose connumerano e' fisici esterminare e 811 2, 5| che sia impossibile pur connumerarlo.~ 812 1, 14| dilettami. Ma credi tu ch'io non conosca che tu giudichi di queste 813 2, 27| quale imperitissimo non conosce quanto possano e' tempi 814 2, 23| forse te conosci tale quale conoscea Tibullo poeta sé, ove e' 815 2, 11| familiarità, innumerabili conoscenze e commerzi; eccoti ricchezze 816 2, 20| curava; e tal mi amerà che mi conoscerà virtuoso, qual prima di 817 2, 10| furono vari e mutabili. Onde conoscerai che queste tue fortune, 818 1, 16| a me non pare difficile conoscermi uomo simile agli altri uomini, 819 3, 5| perirono più di secentomilia conosciuti ebrei oppressi dalla fame, 820 3, 20| e tavolati. E con simili conscrizioni occupai me stessi sino che ' 821 3, 2| fuggire el male, e appetire e conseguire el bene, e odiare el vizio, 822 2, 32| se le cose di noi uomini conseguono contro a nostra voluntà, 823 2, 2| sobrietà, due cose ottime, conservano la sanità, mantengono la 824 2, 1| siede in mente quanto di conservare e amplificare l'autorità, 825 1, 1| e, quello ch'io spesso considerai, mi diletta ch'io veggo 826 1, 17| queste moleste voglie gioverà considerare le cose con ragione e verità, 827 2, 8| quistioni, degne certo ma da considerarle altrove. Noi vi preghiamo; 828 2, 12| certe e stabili, lascio considerarlo a chi più spera e gode che 829 1, 14| insistiamo più in questo, ma consideriamo questo potere quale e di 830 1, 14| testé m'occorre a mente; e considerianci, Niccola, s'io m'abatto 831 2, 10| e tormenti. Deporremole consigliandoci col vero e ubbidendo alla 832 1, 8| pronto donde tu possa ben consigliarti in vita col modo e via di 833 2, 22| da' Persi, quando e' si consigliavano insieme se dovessero ritornare 834 1, 23| fitto e simulato, prima ne consiglieremo e col tempo e con noi stessi 835 2, 23| noi bisogni, così faremo: consiglierenci colla nostra fortuna, e 836 1, 29| nostra sepoltura inscritto e consignato. Dicea Ennio poeta: non 837 3, 12| molto insieme a te gioverà consolar te stessi con qualche lieta 838 1, 3| composto d'armonia e di consonanze musice. Non mi satisfanno 839 1, 3| superchiare e' minori, le conspirazioni e conventicule di chi vuole 840 2, 23| lacrimas... vincitque ferendo~constanter mala, et inferias in tempore 841 2, 16| basti al nostro proposito constituire che la invidia in molti 842 3, 5| che l'essercito de' Greci constituiva per utile e salute del nome 843 2, 9| molti, quali si reputano constituti in vita quieta e tranquilla, 844 1, 19| in qualunque luogo sarà constituto, farà quel luogo suo; non 845 3, 20| soglio fra me investigare e construere in mente qualche inaudita 846 3, 3| undecimo ordinò se gli construisse el sepolcro onoratissimo. 847 3, 2| Efeso>, quale tutta l'Asia construsse in anni non meno che settecento; 848 3, 2| tutte l'arte e discipline; e construssero uno quasi tempio e domicilio 849 3, 5| quello epulo e lettisternio consueti. Erano infra que' divi el 850 2, 27| Fortuna volet, fies de rhetore consul;~si volet haec eadern, fies 851 2, 27| volet haec eadern, fies de consule rhetor.~ ~ 852 3, 4| e più atta a destruere e consumare le cose. E dicono che la 853 2, 24| immodesta qual dissipava e consumava ogni sua domestica entrata. 854 1, 29| distorremo e separaremo da ogni contagione e macula del vizio, e viveremo 855 1, 4| castigando l'altrui errore, contaminare sé stessi e ricevere a sé 856 3, 11| risanifica l'animo nostro già contaminato e corrutto. E massime quei 857 2, 22| pure el conceputo sdegno ne contamini in modo che a nulla ci sia 858 1, 22| convenirli far nulla altro che contemplar sé stessi. Né mi dispiace 859 1, 16| come rispose Anassagora, a contemplare el cielo, le stelle e la 860 1, 22| in noi insurge cagion di contendere e gareggiare, e ogni contenzione 861 3, 3| per quali tutti e' mortali contendono col ferro e col fuoco, e 862 1, 21| doppo all'ora decimacontenea in tanto ozio che neppure 863 2, 19| predicare quello che noi non ci contenemmo dire o fare con poca ragione 864 3, 9| compassione de' mali altrui, e a contenerci e ritrarci da ogni nostro 865 1, 14| e sciolti meno poterono contenersi in suo officio. Seneca fuggì 866 2, 24| vendicarsi; ma intanto si contenne e seco disse: o cuore che 867 1, 10| Di cose poche e minime si contenta la natura. A chi sia savio 868 2, 17| che potranno elle mai ben contentarti?~ 869 2, 9| perduto quello che tanto ti contentava.~ 870 1, 32| le nostre membra a esser contente del poco e a soffrire senza 871 2, 21| Intanto quasi come in insidie contieni, qual fece Socrate appresso 872 3, 6| a chi sia poco sobbrio e continente. E sarà nostro officio e 873 3, 8| restano aggiugnere a sé stessi continua infelicità e miseria mentre 874 1, 14| che una certa perfezione e continuazione inviolabile di vita e d' 875 1, 23| cogitazioni e distogliessero dalle continue sue investigazioni di cose 876 3, 5| fanciugli, dove pur perseveriamo contorcendoci e singhiozzando in nostri 877 3, 4| deformati, languidi e fedissimi contorcersi ne' loro intimi crucciati, 878 3, 12| cose che siano per avenire, contraponendo a' mali tuoi ogni tuo bene 879 1, 26| noi stessi niuna eccezione contraria. Oggi siede el popolo allo 880 3, 5| inversata, collo ciglio contratto e innodato, con gli occhi 881 2, 1| sempre cerchiamo d'essere contumaci, molesti, infesti agli altri 882 1, 4| Socrate fu dalla moglie contumacissima e importuna continuo mal 883 1, 35| produce contumelia, e dalle contumelie vediamo che arde el vendicarsi. 884 2, 21| Gorgias morso di parole contumeliose da ….., non rispose allora, 885 1, 7| ricevendo le picchiate, contundersi e infrangersi el viso, le 886 2, 9| cominceremo a curare quelle contusioni e punture d'animo quali 887 3, 5| singhiozzando in nostri convenevoli e piagnisteri, e vediamo 888 3, 2| aggiunte insieme in modo che le convengano con suoi colori a certa 889 3, 17| 17-~ ~E certo in questo convengo io colla opinione de' pittagorici 890 3, 2| dove bello si condicea e convenia? Molti appresso de' nostri 891 3, 16| questi, ma più degni e più convenienti a uno uomo moderato e constantissimo. 892 1, 3| animo in cosa alcuna abbi convenienza con lo strepito o crepito 893 1, 22| dii summa beatitudine el convenirli far nulla altro che contemplar 894 3, 5| giova. Quando a casa di Febe convenirono molti dii per confortarlo 895 1, 34| pare in tanta amplitudine convenirsi questa austerità del vivere. 896 1, 3| minori, le conspirazioni e conventicule di chi vuole potere più 897 2, 1| della fortuna nostra, ma converracci dire quel che stimeremo 898 3, 20| essi attesero a fuggire. Converrassi adoperare coll'uccello, 899 1, 10| quali sarebbono? Quanto converrebbono co' detti loro? E' me gli 900 3, 3| che sia, fra 'l vivere e conversare della moltitudine questo 901 1, 3| questa opinione che queste conversioni e coniunzioni di voci possino 902 3, 4| fingono che addolatara si convertì in sasso. Adunque se pel 903 1, 12| se v'ha luogo l'amore, convien che vi cappia l'ira e la 904 2, 9| piace, e Dio ne aspiri. Su, convienci resummere una delle divisioni 905 3, 19| osteremo prima che l'animo sia convinto, però che l'animo non può 906 3, 5| figliuolo, piacque a Febo convitarli, e apparecchiò loro secondo 907 3, 5| viso da onorare un simile convito, né tu hai faccia da consolare 908 3, 17| Né mi dispiacerebbe el convivare, el motteggiare, el perdurre 909 3, 5| procedeva disponendo a' convivati loro luoghi e seggi. Quando 910 2, 10| qualche gratissima ragione di convivervi insieme con festa e sollazzo, 911 2, 23| forse iniocunde, che si coperse el capo e lacrimò; poi, 912 1, 15| addestriamo e apparecchiamo, coperti e difesi dalle veste, dalle 913 3, 2| imposti e' travamenti e la copertura fatta di bronzo e inaurata; 914 1, 3| filosofi con sue ottime e copiosissime ragioni possono diverterlo 915 1, 14| teatro vestito di cinquanta corazze di piombo e calzato con 916 3, 3| velo nero nel suo merore e cordoglio?~ 917 3, 4| anni otto in villa vita cordogliosa e squallida. E se tu pur 918 3, 4| invecchia. E tu così vedi e' cordogliosi deformati, languidi e fedissimi 919 2, 15| questo vostro secondo certame coronario, instituzione ottima, utile 920 3, 14| sobbrio oppressi e' nostri corpi di gravissime infermità. 921 3, 11| virtù: Sat sit mens sana in corpore sano. La mente nostra sarà 922 2, 17| di stadi MCXL: e Filonio, corriere d'Alessandro, mosso da Sitione, 923 3, 2| ammarginate insieme, tutte corrispondere a un tuono, tutte aguagliarsi 924 3, 4| simile a un trave annoso e corroso da tarli putrirsi e insordidirsi. 925 2, 9| Quinci insurge quello che corrumpe a' nostri petti la vera 926 1, 14| infetti da questa commune corruttela del vivere, quali e piangono 927 3, 11| nostro già contaminato e corrutto. E massime quei luoghi d' 928 2, 25| spiacque. Così seguiranno tuo corsi in vita, sopra e' flutti 929 3, 13| venti al suo principiato corso in mare, dimenticava seco 930 3, 3| che la pazienza col starsi cortese vince le squadre delle Furie 931 1, 10| laco Trasumeno qui presso a Cortona: «E che vi dolete? Queste 932 3, 20| più che se fussero quel corvo che salutava Cesare, o quel 933 2, 19| Dicono che all'uomo savio la coscienza sua è un grande celeberrimo 934 1, 24| racconta Seneca: cosa niuna costa caro quanto quello che tu 935 1, 10| perseveriamo in ogni officio e costanza. Queste cose caduce e fragili 936 | costei 937 1, 4| quanto egli istituirono ben costituti, e contro gl'impeti della 938 1, 26| alletta, tanto sarai non ben costitutobene addritto a sostenere 939 1, 23| Più mi diletterebbe quel Cotis principe a cui recita Plutarco 940 1, 14| di piombo e calzato con coturni che pesavano libbre cinquecento. 941 3, 4| quivi t'affolti, e come la coturnice rinchiusa nella gabbia pur 942 3, 14| giacere in su un suo quasi covile quale e' s'avea fatto di 943 3, 3| intorno a' nidi e presso a' covili suoi dar segni manifesti 944 2, 27| quanto inauditi e incredibili crebbero nelle cose della fortuna; 945 1, 27| que' tali. Né stimo che tu creda me esserti amico per rispetto 946 3, 1| poco el capo disse: - Io mi credea avervi assoluta e prefinita 947 2, 30| LXXXVIII, quando e' laghi credeano ch'e' nuvoli fussero montagne 948 2, 18| a noi ove e' non bisogna credendoci eccitati non da invidia 949 1, 27| Niente. Adunque, se tu mi crederai come ad amico fedele e non 950 1, 3| una republica, né io lo crederrei a Platone se me lo persuadesse, 951 1, 3| mi loderesti s'io glielo credessi. Forse diranno che sia indizio 952 2, 14| intendere, che non raro crediamo nulla errare ed erriamo, 953 2, 31| prima salutis,~quod minime credis, Graia pandetur ab urbe.~ ~ 954 2, 29| Troia, e però non gli fu creduto. Non vorrei errare adducendo 955 1, 3| convenienza con lo strepito o crepito di più voci e suoni. E tanto 956 3, 8| miseria mentre che così si crucciano e tormentano con sue triste 957 1, 23| gli ruppe per non avere a crucciarsi se un de' suoi forse gli 958 1, 28| e mostra non satisfarsi crucciato ove e potea saziarsi.~ 959 1, 5| sono che soffersono estremi cruciati e intollerabili dolori con 960 1, 28| animo non lodato. Cinna fu crudele, Silla fu concitato e veemente, 961 1, 12| della mano. Molte maggior crudezze possono in noi le paure, 962 1, 11| altro che pomi e frutti crudi, né bevve altro che acqua 963 1, 31| atque inopes mensas durumque cubile~et certare malis urgentibus 964 3, 18| cuocere el pane e fare la cucina, ma credo solo per imitare 965 3, 1| truovò nella vigna quasi el cucuzzolo d'un gran sasso, e parsegli 966 3, 18| costoro non per insegnare cuocere el pane e fare la cucina, 967 2, 3| solo oziosi, ma in prima cupidissimi d'udirvi e insieme seguitarvi. 968 1, 4| l'altro era contrario, e cupido dell'ozio più che della 969 1, 22| inimicizia. Atqui amat victoria curam, dicea Catullo; e colle 970 2, 29| quel Laocon sacerdote, qual curando la salute della patria sua 971 1, 22| pessime consigliati quali curano fra le prime cose la repubblica 972 1, 38| quali argumenti e arte di curarci perturbati ne espurgassero 973 3, 3| più lode al tutto nulla curarle e lasciarne altrui non solo 974 3, 20| ancora sì disposto a nulla curarli più che se fussero quel 975 2, 4| del corpo uno solo modo di curarlo basta, così alla malattia 976 2, 19| in noi uno animo qual più curasse essere in sé e buono e dotto 977 2, 4| dell'animo una qualche sola curazione forse basterà.~ 978 1, 21| gratificare alle nostre membra, curiamo quando che sia la salute 979 1, 21| stultizia di molti quali, nulla curiosi d'addestrare se stessi a 980 1, 14| uno e un altro splendido e curioso delle cose caduce. Chi ti 981 1, 17| d'altro che di noi stessi custodi, quando di tante sue cose 982 1, 34| venderesti quel servo molti danari. Te chi mai comperasse per 983 1, 7| a quel giuoco de' pugni, dando e ricevendo le picchiate, 984 2, 30| suoi principi esser dure e dannose, qual poi riescono contro 985 3, 17| gioventù, e ancora cantare danzando. Quel nostro poeta gridava:~ ~ 986 3, 18| con molta grazia spesso danzare. E Appio Claudio, uomo che 987 3, 18| persino in ultima sua età danzò molto volentieri e con molta 988 3, 3| e presso a' covili suoi dar segni manifesti de' loro 989 2, 29| patria sua percosse col dardo quella macchina di quel 990 2, 8| Seguite. Voi fate come fece Dario in Asia, qual dispargea 991 1, 16| Seneca filosofo esserci date da Dio sopra tutte l'altre 992 2, 32| simili a te, proclivi e dati a ogni passione d'animo 993 1, 23| nostro lo riconosceremo datoci non per detraere, non per 994 2, 13| inezia, deliberò emendarsi, e datosi con assiduità e diligenza 995 3, 12| espettati beni, non ingiuria, si debbono queste e maggior fatiche. 996 3, 12| ivi dove tu ti senti più debile e men provisto e armato. 997 1, 12| e in ogni grave cosa più deboli, chente potremo? S'io non 998 3, 12| sempre sarà imbecillissima e debolissima a chi se gli opponga. Ma 999 2, 5| nostro ingegno, a tanta opera debolissimo, trattar quello che sia 1000 3, 3| pianti interi nove , poi el decimo si sepellisse e facessonsi


34-basti | batta-decim | decli-figli | figur-iudic | iudiz-ostri | ottav-rasse | ratto-strac | strad-zoppo

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